il filo dei ricordi-racconti

mercoledì 29 gennaio 2014

IO E LA RELIGIONE


Chi mi conosce sa che sono atea nel pensiero, che sono anche convinta che le regole del rispetto valgano per tutti, per cui io, che ho per esempio un famigliare molto credente, rispetto chi sa vedere, quello che io, nel mio essere diretta non vedo.
Ci sono tanti modi per avvicinarsi alla religione, gli stessi modi, però ci possono anche allontanare.



Vi porto un esempio concreto, quando mi arrabbio, io dico spesso parole che non dovrei dire, e il mio compagno mi richiama molto, lo faceva anhe mio marito, questa è una mia mancanza, grave.
Ci sono famiglie, che affrontano le disgrazie con la fede, altre avvicinandosi alla fede, altre ancora allontanandosi dalla fede.
Ho perso ormai 22 anni fa, un nipote per incidente stradale, di soli venti anni, mia cognata, madre del ragazzo, e moglie di mio fratello, è stata sostenuta dalla fede, molto credente e devota di Padre Pio, spesso, quando sente la mia scetticità mi dice:
"Entra in chiesa, Dio non ha mai chiuso le porte a nessuno"




Io non vado mai in chiesa, o almeno, vado a visitarle, perchè sono i luoghi che custodiscono quello che di meglio è passato attraverso i secoli, ma non prego, non credo di essere capace di farlo, non ho mai preteso di inculcare, questo mio pensiero agli altri, nemmeno ho spinto i miei figli ad essere religiosi, mentre invece mio marito, forse per abitudine, ha voluto dar loro i sacramenti cattolici ( Battesimo, Comunione e Cresima).



La fede o si ha, o non si ha, se si crede si deve credere a tutto, non si può (a mio modo di vedere), credere in parte, come molti dicono
-" Credo in Dio, ma non nel fatto che la madonna ha partorito pur rimanendo pura".
Se si crede, si deve credere anche, che la Madonna ha subito questa metamorfosi.


Insomma o dentro, o fuori, la fede non deve essere una scappatoia.

I Comandamenti:

Io sono il Signore Dio tuo:
1) Non avrai altro Dio fuori di me.
2) Non nominare il nome di Dio invano.
3) Ricordati di santificare le feste.
4) Onora il padre e la madre.
5) Non uccidere.
6) Non commettere atti impuri.
7) Non rubare.
8) Non dire falsa testimonianza.
9) Non desiderare la donna d'altri.
10) Non desiderare la roba d'altri.



Quello che viene considerato un comandamento, è contemplato nella legislazione Italiana, anche nella normale correttezza e perseguibili dalla Legge, non rubare, non ammazzare, non dire falsa testimonianza.
 Ci sono comandamenti, che  ai tempi odierni risultano  forse è un po' superati:
 non desiderare la donna d'altri, o la roba d'altri.



Poi un'amica , ti parla di un giovane prete di 31 anni, Fabrizio de Michino, sacerdote da cinque anni, che è morto dopo 3 anni di cure con uno dei tumori più rari, proprio all'interno del cuore, che ha voluto fino all'ultimo, trovare sempre qualcosa di bello, in una parrocchia a Ponticelli, in periferia di Napoli, in un contesto di disagio e criminalità.
Ha scritto una lettera al Papa, malgrado la stanchezza, professava il Suo Credo, e ha voluto manifestare tutto il rispetto e la forza che questa fede gli trasmetteva scrivendo al suo supremo responsabile, colui che per tanti, rappresenta la fede tra gli uomini,
il PAPA FRANCESCO.




Parla della propria parrocchia che proprio quest'anno celebrerà il primo centenario dell'incoronazione della statua lignea del 1500 della Madonna delle nevi, ricordando a tutti la storia del miracolo, infondendo in tutti i suoi parrocchiani credenti, non solo il credo ma la fiducia in Dio e la Madonna.


Dal Web:
Il culto di Maria ad Nives (Neve) risale al lontano IV secolo d.C., quando due coniugi della nobiltà romana ebbero in sogno la Vergine che indicava il luogo dove edificare una nuova basilica a Roma. La mattina dopo, i coniugi si recarono da papa Liberio a raccontare il sogno fatto da entrambi; anche il papa aveva fatto lo stesso sogno e quindi si recò sul luogo indicato, il colle Esquilino e lo trovò coperto di neve, in piena estate romana.
Il pontefice, allora fece costruire il tempio a spese dei nobili coniugi.
Non ci sono attestazione documentarie per quanto riguarda l’origine del culto, ma solo la tradizione che da secoli viene tramandata. La certezza è che la chiesa, detta dapprima Liberiana o Ad Nives (cosi chiamata dal popolo), fu abbattuta durante il pontificato di Sisto III (432-440), il quale volle costruirne una più grande, più imponente, maestosa. Qualche decennio più tardi, ecco che venne chiamata con lo stesso nome con cui la chiamiamo oggi: Santa Maria Maggiore.





Chi sono io, per mettere in dubbio l'entusiasmo di chi crede?
Posso solo unirmi al rispetto, di chi ha perso la scommessa con la malattia, ma da quel che ho potuto capire ha lasciato molto di più, non parole, ma sostegno.
Ora da quell'ignorante che sono, non so trovare la frase esatta, forse buon viaggio, forse ci vorrebbe una preghiera, chissà se basterebbe un solo.. ciao
                       Don Fabrizio....


PER CHI VOLESSE LEGGERE LA LETTERA PER INTERO INDIRIZZO:

Cosa Don Fabrizio scrisse al Papa prima di morire

www.lanuovabq.it/.

3 commenti:

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  2. Enrica, sono stata io che ti ho parlato di questo sarcerdote, spesso parliamo forse due lingue che possono sembrare diverse, ma non lo sono, ti ringrazio perchè mi ascolti e mettendoti in discussione parli mettendo a nudo anche il tuo essere, mi ha fatto piacere, questo tuo scritto, come sai fare tu,con il cuore. grazie Elisabetta

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  3. Mi ha colpito questa frase:
    "Entra in chiesa, Dio non ha mai chiuso le porte a nessuno". Dve avere avuto una forza tua cognata, che non oso immaginare.
    Brava Enrica.

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