La
Signora per cui, io lavoro, in questa settimana, avrebbe voluto fare
dei lavori particolari, ma visto il tempo, ha cambiato idea.
Voleva
che la sua casa, avesse tutto in ordine, e fosse pulitissima per una festa importante:
ricorre
il 17 gennaio, la festa di S. Antonio Abate, il patrono del paese,
viene festeggiato con un falò nella piazza comunale, dove viene
allestito un mercatino e il parroco da la benedizione agli animali.
Sant'Antonio
Abate fu uno dei più illustri eremiti della Chiesa, nato a Coma, in
Egitto, all'età di vent'anni lasciò ogni suo avere, per vivere
dapprima in un deserto e poi sulle rive del Mar Rosso, morì quasi
centenario, ma già in vita aveva avuto fama di Santità, tanto che
anche l'Imperatore Costantino e i suoi figli gli chiesero consiglio.
Viene
definito, il patrono
degli animali domestici, e di tutti coloro che lavorano il fuoco.
S.Antonio
Abate viene festeggiato in tanti luoghi, nella vicina Svizzera, a
Varese, a Livigno (parlo solo delle zone che conosco).
Ogni
16 e 17 gennaio a Varese , si festeggia la tradizionale Festa
di Sant' Antonio, accendendo
un falò davanti alla chiesa omonima in piazza della Motta.
Nel falò vengono buttati i bigliettini, su cui le donne e gli uomini presenti, scrivono le proprie richieste d’amore invocando Sant’ Antonio:
Nel falò vengono buttati i bigliettini, su cui le donne e gli uomini presenti, scrivono le proprie richieste d’amore invocando Sant’ Antonio:
la tradizione risale ai tempi in
cui gli uomini emigrati in Germania e in Svizzera tornavano a casa e
le donne del tempo chiedevano a Sant’Antonio di fargli trovare un
uomo pronunciando la seguente filastrocca:
“Sant’Antonio
del purscèl/ fam truva un om che sia bel/damel picul damel grand/ ma
damel mia con stort i gamb”
(Sant’Antonio santo del maiale, fammi trovare un bell'uomo da
sposare, non importa che sia grande o piccolo, ma non con le gambe
storte).
Nella mattina del 17 gennaio, alla conclusione della messa
solenne, vengono benedetti tutti gli animali e vengono lanciati in
aria dai bambini dei palloncini contenenti anch’essi dei bigliettini.
La festa è molto sentita dai varesini e conta un numero di partecipanti ogni anno superiore ai duemila. Oltre alle celebrazioni religiose e al falò, la città ospita bancarelle alimentari che espongono e vendono prodotti locali tipici.
Mentre
invece a Livigno secondo diversi documenti che risalgono all'anno
1082 venne dedicata la Chiesa Parrocchiale di S,Antonio Valfurva,
mentre a Bormio altri documenti dimostrano che verso la fine del 1300
nella frazione di Combo si autorizzava a costruire una chiesa
dedicata S.Antonio Abate e S. Agostino.
S.
Antonio assunse le funzioni della divinità della rinascita e della
luce, il garante di nuova vita, a cui erano consacrati cinghiali
e maiali.
Patrono di tutti gli addetti alla lavorazione del maiale, vivo o macellato; è anche il patrono di quanti lavorano con il fuoco, come i pompieri, perché guariva da quel fuoco metaforico che era l’herpes zoster.
Patrono di tutti gli addetti alla lavorazione del maiale, vivo o macellato; è anche il patrono di quanti lavorano con il fuoco, come i pompieri, perché guariva da quel fuoco metaforico che era l’herpes zoster.
La
leggenda popolare narra che s. Antonio, si recò all’inferno, per
contendere l’anima di alcuni morti al diavolo, e mentre il suo
maialino, sgattaiolato dentro, creava scompiglio fra i demoni, lui
accese col fuoco infernale, il suo bastone a ‘tau’, portò fuori
insieme al maialino recuperato, il fuoco che donò all’umanità,
accendendo una catasta di legna.
Il morbo che curava, era conosciuto sin dall’antichità come ‘ignis sacer’ per il bruciore che provocava.
Per ospitare tutti gli
ammalati che giungevano, si costruì un ospedale e una Confraternita
di religiosi, l’antico Ordine ospedaliero degli ‘Antoniani’; il
villaggio prese il nome di Saint-Antoine di Viennois
Il Papa, accordò loro il privilegio di allevare maiali, per uso proprio e
a spese della comunità, proprio a Livigno, il comune pagava 40 soldi
ai frati di S Antonio, e un documento sancisce che
il
ricavato della vendita delle carni, del porco del Comune, fosse
destinato agli emissari del convento di S. Antonio, il sacrestano della Chiesa, d'inverno, aveva l'obbligo di accudire gli
animali, che invece d'estate, potevano circolare liberamente fra
cortili e strade, nessuno li toccava se portavano una campanella di
riconoscimento.
Il
loro grasso veniva usato per curare l’ergotismo, che venne chiamato
“il male di S. Antonio” e poi “fuoco di S. Antonio” per
questo nella religiosità popolare, il maiale cominciò ad essere
associato al grande eremita egiziano, poi fu considerato il santo
patrono dei maiali e per estensione di tutti gli animali domestici e
della stalla.
Nella
sua iconografia compare oltre al maialino con la campanella, anche il
bastone degli eremiti a forma di T, la ‘tau’ ultima lettera
dell’alfabeto ebraico e quindi allusione alle cose ultime e al
destino.
Nel
giorno della sua festa liturgica, si benedicono le stalle e si
portano a benedire gli animali domestici;
Per
millenni e ancora oggi, si usa nei paesi accendere il giorno 17
gennaio, i cosiddetti “focarazzi” o “ceppi” o “falò di S.
Antonio”, che avevano una funzione purificatrice e fecondatrice,
come tutti i fuochi che segnavano il passaggio dall’inverno alla
imminente primavera. Le ceneri poi raccolte nei bracieri casalinghi
di una volta, servivano a riscaldare la casa e con apposita campana
fatta con listelli di legni per asciugare i panni umidi.
È
invocato contro tutte le malattie della pelle e contro gli incendi.
Veneratissimo lungo i secoli, il suo nome è fra i più diffusi del
cattolicesimo, anche se poi nella devozione onomastica è stato
soppiantato dal XIII sec. dal grande omonimo santo taumaturgo di
Padova.
Nell’Italia
Meridionale per distinguerlo è chiamato “Sant’Antuono”.
Complimenti ,descritto come sempre con molta perfezione e notizie interessanti .Belle le immagini postate ,Sant'Antonio è conosciuto in tutt'Italia .Angelica
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RispondiEliminagrazie chi sei?
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