La signora
Rachele e il campo di concentramento
Abitavano a
Milano, erano ebrei non praticanti, per cui quando da bambina, venne
allontanata dalla scuola non capiva perchè, non sapeva di essere
ebrea.
Nel 1938 quando
in Austria e in Germania, nella notte del 10 novembre furono
bruciate e danneggiate tutte le vetrine dei negozIe gli appartamenti
degli ebrei, la notte dei Cristalli.
Nella nostra
Italia le leggi varate tra il 1935 e il 1939 vietavano a tutti gli
ebrei qualsiasi attività economica e commerciale,o
ancora quella 1939 che vietava agli ebrei di circolare nelle ore
notturne.
Di famiglia benestante, in un tempo brevissimo, questa bambina si era trovata in in mondo che non conosceva.
Di famiglia benestante, in un tempo brevissimo, questa bambina si era trovata in in mondo che non conosceva.
Due dei suoi
due fratelli sono stati messi in prigione e poi deportati nel campo
di concentramento di Dacau, dal quale non sono più tornati, mentre
lei era stata sfollata in un casale agricolo di Appiano Gentile, in
provincia di Como, due delle sue sorelle sono state ospitate per
qualche tempo in provincia di Modena, mentre altri due suoi cugini
sono stati deportati nel campo di concentramento di Fossoli, non in
Germania, ma vicino a Reggio Emilia.
In quei
periodi; Modena ospitava una comunità ebraica abbastanza numerosa,
ricordo di aver visitato la città, di aver visto che ancora oggi
c'è la catena che la sera chiudeva e la mattina riapriva il ghetto,
i portoni per fortuna non ci sono più.
La Signora
Rachele, è stata denunciata da un italiano, un vicino di fattoria,
prelevata dal casale in provincia di Como, è stata fatta prigioniera
e trasportata nel campo di Theresienstadt, doveva essere un campo di
transito, e li con lei c'erano tanti e tanti bambini.
Dopo la guerra,
quando è tornata in Appiano Gentile, anche perchè non sapeva dove
altro andare, quando ha sentito quanto dolore, oltre al suo
personale, questa persona ha arrecato a quei contadini che l'avevano
ospitata, una rabbia violenta l'aveva pervasa.
Dei suoi
fratelli nessuno è tornato, le sue sorelle sono state date
per disperse, non sa per quale destino, lei sia riuscita a superare,
questo inferno, è partita dall ' Italia e non sapeva nemmeno dove
fosse arrivata.
" Devo
solo ringraziare i miei bei occhi azzurri e la mia voce perchè mi
fecero cantare quando una delegazione della croce rossa fece visita
al campo.."
Era in una località vicino a Praga dove erano internati solo ebrei, per lo più bambini,
Era in una località vicino a Praga dove erano internati solo ebrei, per lo più bambini,
Un'insegnante d'arte creò una classe di disegno per i bambini nel ghetto, prima di essere deportata ad Auschwitz, Friedl Diker_Brandeis, così si chiamava, nascose in due valigie oltre 4000 disegni con anche delle poesie, i famosi disegni di Terezin, che oggi sono visibili a tutti nel museo ebraico di Praga.
Rachele alza la manica e mi fa vedere il numero che ha tatuato nel braccio, i suoi occhi azzurri ancora oggi sono pieni di lacrime.
Questa storia, è
vera me l'ha raccontata la mamma della mia amica Silvana, con un
guizzo di grinta mi ha detto: gli ho sputato in faccia a quello che
mi ha tradita, non potevo non farlo.....
SE QUESTO E’ UN UOMO
RispondiEliminaPrimo Levi
«Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi, alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi».
GRAZIE ANGELICA
EliminaC’è un paio di scarpette rosse
Eliminanumero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica
“Schulze Monaco”.
C’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buckenwald
erano di un bambino di tre anni e mezzo...
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l’ eternità
perché i piedini dei bambini morti non crescono.
C’è un paio di scarpette rosse
a Buckenwald
quasi nuove
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.
(Joyce Lussu)
bravissima
RispondiEliminabello Enrica, è una conferma del racconto precedente, soprattutto per chi l'ha vissuto sulla propria pelle. Ciao anna b.
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