Quando ho iniziato a lavorare in tessitura, una ragazza di
nome Elena , lavorava alla roccatura, su una macchina chiamata
incannaggio: il filo che era in matasse, veniva svolto attraverso un aspino
che girando avvolgeva il filo su dei rocchelloni in
modo che poi all’orditoio di potesse iniziare ad ordire una pezza.
Su di un
rocchellone ci stavano diversi metri di filato e i rocchelloni a volte erano
300 oppure anche 400 e dovevano essere
precisi ne troppo tesi ne troppo molli ma spesso i rocchelloni, ormai vecchi giravano storti e ogni tanto c’era
qualche problema.
Si cercava di evitare di ricorrere al direttore e molto
spesso portavano i rocchelloni che non andavano bene da rifare
Elena, aveva sempre il sorriso sulla bocca, e siccome non era
molto alta delle zoccole con il tacco.
Aveva una sorella, che lavorava anche lei nella
stessa nostra Ditta.
Si è sposata giovane, e ha avuto una bella bambina, era
felice con Giuseppe tanto che collaboravano, e poco tempo dopo avevano già
acquistato un pezzo di casale in vendita, e dopo averlo ristrutturato ci
andavano a vivere.
Mentre
era incinta della prima figlia, siccome non avevamo la mensa, si mangiava di nascosto sul posto di
lavoro, io stavo mangiando dei cracker, e la sorella di Elena , mi aveva
chiesto se potevo dividerne qualcuno, naturalmente li ho dati a lei e da allora si era instaurato un buon
rapporto.
Dopo il
parto, tutto era andato bene, era rientrata al lavoro e spesso, senza esser
viste ci facevamo qualche risata, poi ha avuto la seconda bimba,
pensando che fossero le zoccole col tacco le avevo detto che forse dipendeva dalle calzature, ma non era così, successivamente si era presa una forma influenzale dalla quale non riusciva a riprendersi.
Il paradosso è che questa malattia durante la gravidanza sembra si blocchi
dal Web:
Ci sono nove mesi in cui il corpo cambia e la sclerosi multipla si addormenta. Avviene in gravidanza, quando nelle donne con questa malattia cronica degenerativa, gli attacchi si diradano, in molti casi scompaiono ed è come se la malattia concedesse una tregua all’organismo, impegnato a sostenere la crescita di un bambino.
Secondo gli ultimi risultati della ricerca scientifica, dietro questo meccanismo c’è il lavoro di soli sette geni, normalmente sottoespressi ma che dal concepimento in poi ricominciano a lavorare correttamente codificando alcune molecole. I sette geni sono stati identificati nel 2004 nel laboratorio del Centro di sclerosi multipla all’ospedale di Orbassano a Torino, il centro di riferimento regionale per la ricerca sulla malattia e da allora sono osservati speciali. In questo laboratorio, sostenuto anche dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, lavora Francesca Gilli, biologa di 35 anni, premiata nel 2011 con il riconoscimento Rita Levi Montalcini, istituito dalla Fondazione Italiana Sclerosi Multipla, attualmente group leader all’unità di neurobiologia clinica del Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi, a Orbassano.
Una sola volta, sono andata a trovarla, ha pianto tantissimo, poi non ne ho avuto più il coraggio, come incontravo qualcuno della sua famiglia mi informavo del suo stato di salute, il marito l’ha sempre accudita, meglio di un infermiere, non l’ha mai abbandonata, ma sono stati anni duri e di dolore.
Domani è
la giornata della sclerosi multipla, ogni volta il pensiero mi torna a due
ragazzine che ridevano, ignare del destino che si sarebbe poi rivelato spesso
duro e difficile, soprattutto per Elena.
La
sclerosi multipla colpisce per lo più donne, nella maggior parte dei casi
giovani , l’età media varia dai 20 ai 40 anni.
E’ una patologia del sistema
nervoso centrale che si manifesta in modo imprevedibile e che diventa subito
cronico, con effetti invalidanti.
Purtroppo non ci sono terapie specifiche per
questo si deve aiutare la ricerca, solo in Italia sono 25.000 le persone
colpite e nel mondo superano la cifra del milione.
Enrica,come sempre posti articoli con una carica di umanita'molto forte,,,,,Grazie,,,,,,elisabetta,,,,,
RispondiEliminaConosco anche io questa malattia attraverso l'amicizia, perché una mia amica lotta contro questa terribile malattia, grazie per aver avuto il coraggio di parlarne. Io oggi vado a vendere le gardenie in favore della ricerca. il mio il tuo un piccolo mattone sempre perché si continui a parlarne. E non chiudere gli occhi mai davanti a chi ne ha bisogno. Come sempre grazie Enrica.
RispondiEliminaEnrica la tua amica Elena sarà contenta che ti ricordi di lei ,la mia secondogenita ha un'amica di 25 anni con questa patologia e il tuo racconto m'ha commosso .Angelica
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