il filo dei ricordi-racconti

lunedì 28 luglio 2014

LA PASTA

Chiccolino, dove sei?
Son qui sotto, non lo sai?
E la sotto non fai nulla?
Dormo dentro la mia culla.
Dormi sempre? Ma perchè?
Voglio crescere come te.
E se tanto crescerai, Chiccolino che farai?
Una spiga io farò, tanti chicchi metterò, e fresco pane, e pasta ti darò.


La coltivazione del grano, nel Mediterraneo, coincide con l'inizio dell'agricoltura, con la lavorazione e la trasformazione di questi chicchi in farina.
Impastare farina e acqua, è stata la scoperta autonoma che quasi tutti i popoli hanno fatto, il processo di evoluzione ha fatto si che l'impasto sia stato schiacciato e cotto su una pietra calda, il passaggio alla cottura in acqua calda è stata la naturale conseguenza.
Dopo aver scoperto come fare il pane, l'uomo ha elaborato, manipolando con abilità, l'impasto, dapprima a livello casalingo,


 diventando sempre più bravo, sperimentava produzioni più avanzate, facendo seccare all'aria il prodotto, ottenendo così la pasta secca.



La diffusione della pasta secca di formato lungo, ha radici lontane, la tecnica risale al periodo della dominazione araba della Sicilia tra
VII e il XII secolo.
In quei tempi la bella Sicilia, aveva fiumi navigabili e foreste immense.
Palermo rivaleggiava con le splendide città orientali, possedeva giardini lussureggianti.
Sotto il dominio arabo, la Sicilia non fu depredata, ma vennero introdotte coltivazioni del gelso, per fare la seta, del riso, degli agrumi, del cotone, della canna da zucchero, portando prosperità in tutta l'isola.



L'Emiro che dominava Catania, invitò a far le vacanze un geografo di notevole fama, si chiamava Indrisi, che scrisse il libro "Il nome di Ruggero" nel 1154.
Fra le tante annotazioni, sono sottolineate, le abitudini alimentari, molte simili ad alcuni piatti della cultura araba, come il torrone al miele,chiamato sia in arabo che in siciliano "cubbaita", o il gelato siciliano chiamato da noi "cassata", prendendo il nome dalla scodella tonda e grande in cui viene preparato, e che in arabo si chiama "quas'at".


La cosa che più ha interessato il geografo, è la produzione di pasta di grano in fili, itriya in arabo (vermicelli), che era una fonte di guadagno altissimo, per gli abitanti di Termini Imerese, tanto che ne parla diffusamente nel suo libro.
La produzione veniva spedita in Calabria e in tutti i territori musulmani, ma anche in quelli cristiani.
Non sono sfuggiti ai nostri antenati, i vantaggi di questo tipo di alimento, La pasta secca, consentiva periodi di conservazione molto più lunghi, ed evitava uno dei principali problemi che avevano a quei tempi, il deterioramento.
Nel dialetto Siciliano ancora oggi i vermicelli vengono chiamati "tria", anche la trafila che serve per la loro preparazione ha questo nome.


Ci furono una serie di controversie per stabilire chi fossero gli inventori degli spaghetti, Marco Polo tornando dal suo viaggio in Oriente, scrisse "il Milione", spiegando la fabbricazione degli spaghetti di soia, e l'introduzione della pasta alimentare in Italia.
Indris, però li aveva già citati nel proprio libro, cento anni prima.
Per stare nel giusto, si potrebbe dire che i siciliani hanno inventato i vermicelli e la pasta fatta col grano, mentre le paste di farine alternative, vengono dall'Estremo Oriente.


Alla dominazione araba , susseguirono i Normanni e gli Svevi, che impoverirono definitivamente l'economia della regione, le foreste vennero tagliate e i pozzi non più curati, fecero scarseggiare l'acqua così che le coltivazioni di grano si spostarono verso nord, nella pianura Padana dove il Po, con le sue acque rendeva i terreni fertili.
Attorno al grande fiume sorsero i mulini, nacque la nuova arte della pasta, che venne elaborata e preparata con sontuosi ripieni, riempita arricchita passata in forni.


La produzione di ravioli, agnolotti, tortellini,cappeletti, marubini , tortelloni, vengono citati da Frà Salimbene di Parma, nelle sue "Cronache" sulle sfoglie e ripieni nel XII secolo.
Nel 1700, tutta la pasta veniva definita maccaroni, furono i napoletani, a mettere ordine, e usarono questo nome per la pasta, non all'uovo e trafilata al bronzo, ancora oggi a Gragnano in campania ci sono dei pastifici artigianali dove la semola migliore incontra l'acqua e le trafile esclusivamente al bronzo, per darci un prodotto che tutti ci invidiano.


Tra un invasore che arriva,e uno che se ne va, portando con se, se non altro, il ricordo della nostra buona cucina, pasta, spaghetti, maccheroni, bucatini, sfoglia e ravioli, si sparsero dappertutto in Europa, seguendo le nostre ricette, a volte apportando varianti con allucinanti ingredienti, marmellata sopra gli spaghetti, o un caramello dolce o la salsa di mirtilli.
Ai nostri giorni, i turisti vengono per le bellezze artistiche e il bel sole, ma anche per amore di un piatto di pasta cucinato come Dio (Allah) comanda!
Capita, o almeno,a me è capitato, di ricevere ospiti inaspettati all'ultimo momento decidere di cenare insieme e allora che si fa...
Un piatto di pasta,...




Aglio olio e peperoncino, con zucchine e gamberetti, o una semplice pasta al sugo di pomodoro e basilico.
Un piatto di pasta mette il buonumore, condivisa con gli amici, oppure la pasta al forno della domenica, durante la stagione fredda, un buon brodo con cappelletti, che nutre e scalda.
W la pasta, ha superato crisi, invasioni,  è sempre un piacere riempire il nostro piatto e non solo.





3 commenti:

  1. Ma che bell'articolo, Enrica. Viene una fame...

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  2. Hai fatto un capolavoro culinario,complimenti Enrica,io che ho fatto una vita in cucina nn ero a conoscenza della storia originaria della pasta,la presentazione dei piatti ha completato il tuo lavoro,brava come sempre,,,,,,,elisabetta,,,,,,,,,,,

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  3. Enrica Brava e poetica come al solito!!Complimenti. . . . . .

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