il filo dei ricordi-racconti

martedì 1 luglio 2014

RICOMINCIARE

Ricominciare non è facile, spesso molto spesso, la vita ti mette di fronte, a situazioni a cui si è costretti a superare delle prove, senza esserne pronti. Ci si arrangia come si può, con i mezzi e le possibilità fisiche e personali che ognuno di noi ha.


Per difendere e proteggere i miei affetti, ho modificato molte volte il mio modo di essere per evitare discussioni o muri di ghiaccio.
Parlo di muri di ghiaccio, quelli che a me, fanno più male. Il freddo di un saluto distante, il freddo di un telefono che non squilla, una mancanza di calore.



Non so manifestare il mio affetto, vorrei e non riesco, non voglio disturbare, ne essere di peso, ne diventare invadente
Spesso i miei figli, mi hanno fatto notare delle mie mancanze, mi hanno criticato anche per cose che davvero, non ritengo che mi appartengano, ci sono cose di cui non si può parlare ai propri figli, a volte non è stato recepito da loro, il mio intento.




Potrei trovare mille giustificazioni, per gli errori che posso aver fatto, se ho sbagliato chiedo scusa, se non ritengo sia così, evito le discussioni.
Spesso mi capita di riguardare vecchie fotografie, non mi sembra vero che fossero stati così piccoli, le ecografie




 di quando ancora non erano nati e l'impronta del loro piedino, il giorno del parto, mi riportano indietro, erano solo miei, nessuno era con me quando li ho partoriti, mi sono recata da sola in ospedale, ecco perchè spesso, dico che ero sola anche in mezzo alla gente. 




Erano e sono stati tutto per me, non saper dimostrare quanto contano per me è davvero una mia mancanza.




Mi ritorna alla mente, mia figlia, lo scricciolo che era, quegli occhioni, i capricci che faceva, le calze colorate rosse, rosa, da signorina,( le calze di ailon, così le chiamava ), l'asilo, la scuola, la palla a volo, sembra sia ieri invece è passato qualche annetto.




E' diventata mamma presto, ha voluto il suo bambino con determinazione,
La vedo con il suo bambino, severa molto spesso, ma attiva come mamma.
Con Federico fa torte, o insieme fanno puzzle tridimensionali, poi ci sono i momenti di rigidità, in cui prende a pieno il ruolo di madre.
Alcune volte, proprio per Federico, siamo entrate in rotta di collisione, ma il figlio è suo, e io devo farmi da parte.





Il giorno precedente al suo matrimonio, ho ricevuto un messaggio,
"Grazie mamma, per tutto quello che fai ".
E' stato per me come vincere alla lotteria.
Ho sempre paura di non essere all'altezza, di far sfigurare i miei figli, e avere un riconoscimento così, per me è qualcosa di speciale.




Mio figlio Giovanni, è sempre stato un monello, una simpatica canaglia, nel vero senso della parola, ma il fatidico giorno, la difficoltà con il nodo della cravatta, è rimasto senza padre troppo presto , io non sapevo da che parte cominciare, fortunatamente è intervenuto Riccardo gli ha fatto vedere quel che nessuno gli aveva mai insegnato, faceva lo spiritoso, ma si vedeva che era emozionato all'idea di accompagnare la sorella.



Gli amici, lo sposo che la aspettava, suo fratello che l'accompagnava all'altare, e io ....guardavo, il pensiero è tornato a chi non c'è più a quante cose si è perso, il papà dei miei figli, si è perso la gioia dei suoi figli.
Sono dovuta uscire, ho avuto bisogno un attimo per riprendermi, forse sarò ridicola, ma a volte io parlo con lui, non credo a niente, non so dov'è, ma nella mia follia, io parlo, non di me, ma dei nostri figli, quel giorno in particolare, gli ho chiesto di aiutarli, affinchè abbiano un po' di serenità.




Sembro una persona sicura, ma non lo sono, avevo il terrore di commettere una gaffes o di fare qualcosa di sbagliato.
Mio figlio lo ha capito, non lo avrei mai pensato, mi è stato molto vicino, ha una dote innata, la simpatia, mi ha dato la carica con le sue battute ridendo e scherzando.
Vedere mia figlia felice, con il sorriso stampato sul viso, abbracciare suo marito, si guardavano, prendendosi per mano, e sorrisi, tanti, tanti, tantissimi sorrisi.




Federico, si avvicinava allo zio ridendo di gusto, io che guardavo gli sposi ballare, attraverso un vetro per non disturbare il loro stare insieme.
In una giornata come questa, io ho rivisto con la mente, tante parti della mia vita, come le scene di un film, che sono dentro di me, che fanno parte di me.
Guardando i miei figli, ho pensato che tutto ha un senso, anche le difficoltà.
Nella vita, non ho fatto nulla di speciale, ma ho due bei figli, un nipotino adorabile, un compagno, brontolone, e un genero che vuole molto bene a mia figlia.




In quel giorno tutti i miei affetti più importanti erano riuniti, forse non servono le parole, basta guardarsi e ripensare a quel che è stato fatto e si è ricevuto, non solo in termini economici o affettuosi.
Sono stata presente con l'esempio, con la fatica, cercando di non far mancare nulla, forse non è sufficiente, ma si dona come si è capaci, spero che i miei figli questo prima o poi me lo riconosceranno
Molte volte ho pensato, adesso basta, sono stanca, lascio andare tutto a ramengo, ma poi?
Poi mi mancano, poi, controllo che siano rientrati, che Giovanni si sia svegliato per andare al lavoro, per non dire quando suona la sirena della Croce Rossa, cosa provo.
Mia mamma, diceva:
"La mamma è come una calda coperta, che ti ripara dal freddo, copre tutte le cose brutte, poi con un solo gesto, la si mette alla finestra ad arieggiare, tutte le cose brutte spariscono nell'aria e rimane solo il calore, scalda sempre e comunque
Un figlio può sbagliare con te, farti soffrire, farti arrabbiare, ma il giorno dopo metti tutto all'aria fresca e continui come sempre .....un figlio è un figlio





E' passato un mese da quel giorno, è domenica pomeriggio, mio figlio da quel monello incorreggibile che è, è entrato in casa ha preso un po' di cibo, mezza torta ed è sparito.
Mia figlia ha telefonato, io mi ero addormentata, e non ho sentito il telefono squillare, quando ha richiamato era preoccupata che non mi fossi sentita bene.





Chissà se siamo noi strani o se anche nelle altre case funziona così.
La mia casa, è la loro casa, entrano ed escono come se fossero ancora qui con me,
Agnese, bussa e chiede posso mettere questo, prendere quell'altro?Giovanni non chiede, prende e sopratutto mangia, monello era e monello rimane, spesso mi manda a quel paese ma il giorno dopo chiama: "mamma, mamma, vieni giù, vieni a vedere, cosa ho fatto!"
Guardo cosa ha fatto o sta facendo, e dico:
" va bene vado su"
"No! Stai qui, te lo dico io quando devi andare,"
In realtà voleva solo stare un po con me, chiederlo è difficile e allora si trovano delle scuse....





4 commenti:

  1. Enrica, bello, stupendamente bello, in alcuni punti mi sono ritrovata, mi hai commosso. Che dirti non posso che farti i miei più fervidi complimenti,
    Anna B.

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  2. che cosa dire Enrica,mi mancano le parole x dirti quello che mi hai fatto sentire leggendoti.Ahi messo a nudo la tua anima,la tua vita,le tue emozione con grande semplicita' come solo tu riesci a fare,mi hai commossa e nn poco.sei un mamma meravigliosa senza troppi sdolcinamenti,ma sei tu forte e fragile,ti voglio un sacco di bene,,,,,elisabetta,,,,,,Ancora una volta Grazie,,,che lezione di vita,,,,

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  3. Come dice Anna "stupendamente " vero ..... penso che sia così per tutte le famiglie dolori e amore a piene mani, fatiche che passano al primo sorriso, alla prima parole gentile. Enrica sei sempre sincera e metti il tuo cuore nei tuoi racconti, grazie robbi.

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  4. cosa c'è da aggiungere?!!!! lacrime . . . .

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