I
CIMITERI DI MONTAGNA
Ho
visto le immagini pubblicate nel web di alcuni cimiteri di montagna
piccoli, raccolti che hanno una particolarità, rispetto ai cimiteri
di ogni altra regione d'Italia.
In
seguito all'editto di Saint Cloude, Napoleone Bonaparte stabiliva che
per ragioni igieniche, ( e militari) i cimiteri dovevano essere
costruiti alla periferia dei paesi oltre le mura cittadine.
In
certi paesi di montagna, soprattutto in Tirolo, non so il perchè e
non ho trovato spiegazioni, hanno mantenuto quei cimiteri-giardini
attorno alle chiese, proprio nel centro del paese.
Sono bellissimi,
tranquilli, decorosi, con una semplicità che rende tutto normale,
senza ostentare alcun che, senza cappelle di famiglia, marmi, madonne
in lacrime, monumenti di bronzo. Solo croci di ferro battuto o di
legno, molte belle come opere d’arte, vecchie di decine di anni.
Qualche
grande lapide sul muro di cinta ricorda i morti in guerra: diverse
le perdite, per paesini di poche anime: morti o dispersi in
Russia, Grecia, Spagna, Polonia, Siberia.
In
questi luoghi, semplici si racconta la vita di poche anime, mestieri,
famiglie, partenze e ritorni, famiglie intere dai vecchi capostipiti
ai bimbetti che sono vissuti solo pochi giorni o pochi mesi, famiglie
miste, cognomi tedeschi insieme a cognomi italiani. Storia e storie
che scivolano da una croce all'altra e che tessono la vita di una
comunità. Non sono luoghi che mi fanno pensare alla morte, ma alle
vite che si sono susseguite e consumate.
Io
ho visto il cimitero di Salisburgo, oramai meta del turismo, anche
qui le croci sono tutte in ferro battuto, un'amica mi ha parlato del
cimitero della collegiata di San Candido, dice che è un giardino,
oppure del cimitero di Sarentino dove quello che più stupisce è
l'emozione che trasmettono anche a chi come me, non è credente,
forse sarà il silenzio, il senso di calma e la solitudine, come
dire qui si riposa davvero in Pace.
Poi
c'è chi sdrammatizza e nel web ho trovato la notizia del museo del
cimitero dove viene raccontata la morte attraverso le lapidi. Dal
web:
„Raramente
la morte è divertente come qui al Museo del Cimitero nel comune di
Kramsach, nell´idilliaca Alpbachtal in Tirolo.
È
un cimitero senza morti: infatti non ci sono corpi sepolti. Ci sono
tombe e iscrizioni spiritose, scurrili e macabre, raccolte da tutta
la regione, anche santuari e croci in memoria delle vittime. „Ein
Rutsch, dann war er futsch“ (uno scivolone e poi se n´è andato)
ricordo di un alpinista morto. „Unter diesem Rasen liegt die
versoffene Kupferschmiednasen“ (sotto questo prato giace il naso
ubriaco), un´altra debolezza di un morto alla gogna. „Hier ruht
mein lieber Arzt, Herr Grimm, und alle, die er heilte, neben ihm“
(Qui riposa in pace il mio amato dottore, il Signo Grimm, e tutti
quelli che ha guarito accanto a lui), l´abilità di un medico
lunatico. Ecco il motivo per cui il cimitero è anche conosciuto con
il nome „il cimitero divertente“.
La tua grande sensibilita' Enrica ha saputo vedere veramente il vero sensa della vita nei piccoli e raccolti cimiteri .Riesci sempre a stupire,che dire ,,,solo che sei veramente grande ,grazie da te abbiomo molto da imparare,un abbraccio elisabetta,,,,,,,,
RispondiEliminaVeramente interessante la tua descrizione dei piccoli e grandi cimiteri,ma ti sei dimenticata di uno molto particolare,quello di Crespi con le sue lapidi particolari,comunque molto bello il tuo scritto,Pachi.
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