il filo dei ricordi-racconti

domenica 8 giugno 2014

Monet e la sua casa

La mattina appena sveglia, controllo le e-mail sperando di ricevere una risposta, alle tante domande di lavoro che ho inviato.
Questa,mattina ho trovato una mail di una compagna di scuola, ci sentiamo veramente poco, mi informa nel messaggio, che mi segue attraverso i miei scritti, ma, che è impossibilitata a commentare e non sa nemmeno lei dare una spiegazione. Dal canto mio, non sono davvero in grado di fornire delucidazioni , non ci capisco niente di personal computer.
Apro il video che mi ha inviato e davanti a me si apre uno spettacolo, di fiori e colori. Essendosi recata per il suo anniversario di matrimonio in Provenza, in Camargue e in Normandia,mi ha inviato le immagini della casa di Monet a Giverny, il giardino che tanto lo ha ispirato.
Così ho pensato di condividerle in questo racconto.


Claude Monet, nella primavera del 1883 si trasferì con la sua famiglia a Giverny, un piccolo centro della Normandia, una delle regioni più ricche di fascino della Francia, nel piccolo villaggio trovò una grande casa rosa, con le persiane verdi, un frutteto che era protetto da alti muri perimetrali , costeggiato da siepi di bosso, tassi e pini. Non era il genere di alberi che il pittore amava, tanto che li fece abbattere, solo i due tassi davanti alla casa furono salvati, grazie alle insistenze della moglie Alice.


Durante il suo soggiorno In Olanda, aveva molto ammirato le distese di tulipani e narcisi e giacinti, proprio per questo motivo e per creare un giardino da dipingere, molte delle piante vennero sopresse, vennero create aiuole strette e lunghe dove vennero piantati anemoni,gladioli, papaveri orientali, aster, tulipani dalie, che a seconda della fioritura nelle diverse stagioni cambiavano creando giochi di colore.


fiori, con colori, luci e trasparenze, le piante scelte per essere accostate in base ai loro colori e poi lasciate crescere spontaneamente intervenendo il minimo indispensabile in modo da imitare il più possibile la semplicità della natura, sul grande prato aveva disseminato di fiordalisi, margherite e papaveri, fece piantare dei Prunus ornamentali, ciliegi e meli, amava le leggere fioriture primaverili molto simili a nuvole.


Le rose rampicanti, e le clematidi fanno scena ai bordi del grande viale, attorcigliate su degli archi di metallo mentre a terra le rose, le peonie, i gigli, e anche girasoli, molto bello è il tappeto di nasturzi di tutti i colori.



Dopo dieci anni dall'acquisto della casa, Monet acquistò un lotto di terreno confinante dove scorreva un' affluente del Reno, qui iniziò a costruire un giardino con ispirazione giapponese, fece costruire un ponte e un laghetto di ninfee, il glicine quando era in fiore, ricopriva il ponte, i salici piangenti, con bambù e azalee facevano da cornice a questo incanto. Considerato dai vicini di casa come un personaggio eccentrico, (sospettavano che potesse avvelenare le acque con i fiori che vi galleggiavano sopra), riuscì a vincere anche la loro diffidenza.


Questo delizioso giardino d'acqua ricco di luci filtrate, trasparenze e immagini riflesse, che ispirò gli oltre 200 quadri del ciclo delle Ninfee oggi ospitati nel museo dell'Orangerie a Parigi.



Appassionandosi sempre di più alla botanica, Monet era in continua ricerca di nuove varietà, accostando con semplicità e maestria specie semplici (primule e non ti scordar di me) a specie molto più sofisticate che acquistava senza badare a spese, leggeva libri di giardinaggio e scambiava con i propri amici semi e bulbi


Orgoglioso di questa sua creatura, in parte copiata dalle stampe cinesi che collezionava, permetteva agli amici di visitarlo, l'unica regola da seguire era che: " dovevano essere presenti prima delle cinque pomeridiane"ora in cui i fiori iniziano a chiudersi.In questo piccolo paradiso Monet trascorse quasi 40 anni della sua vita dipingendo questi fiori bianchi che scivolano sulla superficie dell'acqua, creando delle vere e proprie sensazioni.
Pochi luoghi furono studiati con tanta assiduità come lo stagno di Giverny, Monet morì nel 1926, la figlia Blanche continuò ad avere cura di questo paradiso, ma alla sua dipartita, la casa subì parecchi anni di degrado.


La casa e i suoi giardini nel 1980, sono stati aperti al pubblico dal 1° aprile al 1° novembre di ogni anno sono vistabili, fanno parte della fondazione Monet, che si è impegnata nel restauro per ritornare all'immagine poetica di colore, che solo un pittore poteva creare.


I



Nessun commento:

Posta un commento