il filo dei ricordi-racconti

giovedì 12 settembre 2013

Ravello,

Sapete cos'è l'invidia? Io un po' la provo ogni estate.
Un caro amico, molto caro, mi parla spesso della sua casa sulla Costiera Amalfitana, precisamente in quel di Ravello,ogni persona che per motivi di lavoro si è dovuta trasferire al nord, parla della propria terra con nostalgia, e amore, ma come Francesco, non credo ci sia nessuno, mi piacerebbe farvi vedere e sentire come lui parla di questo paese.


Mentre chiudo gli occhi e libero la mente, sento quel che lui mi racconta,
la definisce un'isola di pace, perchè è lontana dalla vita intensa della Costiera, dice che le stradine tipiche, i giardini, e le architetture arabo-sicule rievocano lo splendore di quando questa cittadina era la Signora dei traffici con il Levante e la Sicilia.

E' una bellezza calma, che viene ricordata da tantissimi scrittori, Boccaccio la ricorda in una novella del Decamerone, e Wagner oltre a risiedervi, prese come esempio il giardino di Villa Rufolo per rappresentare quello di Klingoor nel Parsifal.

Mi parla del Duomo, proprio sulla centrale piazza del Vescovado, risale agli anni 1086 circa e sulla sinistra lungo la navata troviamo l' AMBONE che costituisce l'unico esempio di costruzione con tipologia bizantina presente in tutta l'italia meridionale, mentre sulla destra si trova un bellissimo e elegantissimo PERGAMO con decorazione musiva e e marmorea
Il duomo conserva anche una cripta dove sono conservati sculture e le oreficierie dal XII al XVIII secolo ( Fonte web).


Dice che dal terrazzo di casa sua, può assistere a tutti gli spettacoli musicali che proprio in onore di Wagner, ogni anno, nei mesi estivi, Ravello offre ai suoi visitatori, una serie di concerti, con la musica, e
le emozioni di un panorama dove lo scenario è aperto verso il mare,

Questo festival ha più risonanza internazionale, che nazionale, e proprio per questo motivo ogni anno il cartellone del festival Wagneriano si arricchisce.
Oltre al Festival che si tiene nel mese di luglio, Ravello vanta il pregio di favorire una attività concertistica permanente facendo così conoscere nel mondo la Costiera amalfitana, ma anche la bellezza delle nostre ville.


Villa Rufolo sorta nella metà del 200 grazie alle fortune mercantili della omonima famiglia ha una storia lunga e affascinante, Imitando le forme arabe e bizantine conosciute nei viaggi di affari, costruirono la villa nel pieno del loro successo e prestigio, che finì molto presto in seguito ad una scelta di schieramento durante i Vespri siciliani, la villa di 365 stanze, un complesso immenso che scendeva fino al mare iniziò il suo decadimento, finchè come succede nelle fiabe, un principe riportò la villa al suo splendore e sulle parti cadute in seguito ai terremoti e all'incuria costruì i giardini che tanto hanno incantato Wagner
Ma anche William Turner non seppe resistere al fascino di Ravello e della costiera Amalfitana, giunse nel 1819 e i suoi schizzi ora sono esposti alla Tate Gallery di Londra.




Deve essere meraviglioso, la sera prendere posto sulle gradinate per assistere ad un concerto....
mi sembra di sentire la musica suonare, le onde che si infrangono sullo scoglio, l'odore della salsedine e il calore dell'estate, il colore e il profumo dei limoni, che fanno la cornice di un quadro dove tutti i sensi vengono
investiti di piacere.
Ogni anno mi racconta qualcosa in più, approfondisce sempre qualcosa, per il momento mi accontento di sognare ad occhi aperti  pensando di essere a Ravello


UNA DOMENICA AL MINIGOLF

Ho cercato di trovare delle scuse, ogni volta che Riccardo cercava di farmi notare che potevo andare a vederlo giocare al minigolf, dicevo che avevo da fare, oppure cercavo scuse banali.... Credo che avesse davvero piacere che fossi presente, la penultima domenica ero sul treno che da Milano mi riportava a Como, con una telefonata mi chiedeva dove fossi. Mi diceva: “ non mi chiedi nemmeno cosa ho fatto?”
Ho capito che voleva fossi presente



Sono andata a vedere, giusto in tempo per la premiazione, era arrivato in buona posizione e ho fatto un filmino, era emozionato.
Malgrado la mia vergogna iniziale, sono stata bene accolta, ho poi lasciato che si godessero la meritata vittoria in compagnia e sono tornata a casa.


Lunedì o martedì non ricordo bene il giorno, Riccardo mi mette, come dire alle strette, ora non puoi più inventare scuse, domenica prossima devi venire con noi, li per li sono spiazzata, non ci sono scuse che tengano, domenica dobbiamo andare a Novi ligure.
Sabato hanno fatto gli allenamenti, sul campo da minigolf, (ogni campo è a se), è tornato a casa stanco, ma entusiasta, si va a letto presto, domani alle cinque, ci dobbiamo alzare.
 Dormo poco solitamente, al pensiero di domani sono  un po preoccupata, sta di fatto che non ho praticamente dormito.
Raggiungiamo la coppia di amici di Riccardo, sono marito e moglie, Marzia e Gabriele, che giocano da quando si sono conosciuti, e da qui raggiungiamo un'altro amico giocatore e allenatore Ivano. Raggiungiamo Novi Ligure,  il tempo non promette nulla di buono, ma poco dopo, si schiarisce un pochettino, prendiamo posto sistemiamo le nostre borse.


Riccardo è il primo a cominciare, non ci capisco proprio niente, guardo un po' e poi decido di tornare al posto e di sedermi, leggo il libro che mi sono portata..
Tocca poi agli altri, sono diversi i giocatori che formano diverse squadre, sembra che il percorso non sia per nulla facile, non so quanti tiri si possano fare e quanti siano considerati errori, ma non chiedo per paura di sembrare un tantino idiota.
Ci sono giocatori che arrivano da tutta Italia, ma quello che mi stupisce sono i giocatori che giungono dall'Austria e dalla Germania, sono veramente tanti.
Durante una pausa Riccardo mi dice che in questi paesi, compreso il nostro Tirolo, il minigolf è uno degli sport più praticati, hanno anche un'attrezzatura di qualità.
Malgrado il tempo non fosse dei migliori, non ha piovuto,  permettendo loro di svolgere tutto il percorso che comprendeva la gara.


Marzia, non ha nemmeno mangiato per la tensione, Gabriele ha preso la gara più sportivamente, facendosi anche qualche riposino mentre attendeva il suo turno.
L'allenatore non era in giornata positiva, " capita ho pensato io" , ma in realtà una motivazione c'era l'ho capito quasi alla fine della giornata.

                                                    

Questo campo non è di minigolf, ma di miniaturgolf, è stato fondato nel 1984 nel parco Aurora di Novi Ligure e ha sfornato campioni ai massimi livelli italiani.

Tra una gara e l'altra, sembra che Riccardo malgrado i tanti anni in cui non abbia giocato, stia facendo bella figura, considerato che da poco ha ripreso. Marzia dice: E' sempre stato bravo”
Alla fine di tutti i turni si sfidano tre ragazzi giovani, tutti e tre molto bravi, basta una semplice folata di vento per cambiare la traiettoria della pallina,che deve entrare nella buca, ho visto usare palline diverse per ogni percorso, le ho viste pulire e scaldare, ho visto anche persone prestarsi queste palline come se fossero dei veri e propri oracoli.


Ci vuole polso, occhio, potenza e strategia nel tiro, ma anche la pallina giusta per ogni percorso, in questo la tecnica dell'allenatore Ivano è fondamentale, consigliava i suoi amici e li seguiva passo passo fornendo le palline giuste, e indicando i movimenti da seguire, Riccardo ha sbagliato qualche pallina, e ha perso dei punti ….
Io nel frattempo ho quasi finito il mio libro, il tempo è comunque passato, non ha piovuto, ho visto queste persone sostenersi,  fare battute e compensarsi l'uno con l'altro, per loro un modo di aggregazione,  per me una nuova esperienza,

Tornando a casa in macchina Riccardo si addormenta parliamo di tutto un po' ….Una domenica diversa con bella gente …..










mercoledì 11 settembre 2013

PREDAZZO, CAVALESE E UNA NUOVA
CONOSCENZA

In occasione di un torneo di minigolf a cui Riccardo doveva partecipare,
nella categoria Senior, e in qualità di ex dirigente di tale associazione sportiva, ci siamo recati in Trentino Alto Adige.
Presso Predazzo si svolgono le gare, ma noi abbiamo prenotato un albergo, peraltro molto gradevole, a Cavalese.

Conversando con un'amica virtuale di nome Gabriella, abbiamo deciso di incontrarci.
Non avevo mai visto, nemmeno una foto di questa signora, pur essendoci sentite per telefono.
La sorpresa però è che, Gabriella aveva deciso di prenotare proprio nel nostro albergo.
Ci siamo aspettate nell'hall dell'albergo, quando ci siamo parlate sembrava che ci conoscessimo da molto tempo.
Da subito abbiamo concordato come passare questi pochi giorni, anche perchè le previsioni del tempo non erano positive.
L'auto purtroppo serve a Riccardo, che in base agli orari delle gare, si sposta da Cavalese a Predazzo.
Il secondo giorno il sole si è presentato e ci ha consentito di girare per questa bella cittadina, guardando le vetrine dei negozi, ammirando per lo più i prodotti artigianali, fermandoci a riposare, mentre assaporiamo il panorama, sulle tante panchine del centro, mi passa per la testa di mandare un messaggio ad un amico comune che, dapprima risponde con un messaggio e poi con una telefonata, conversiamo prima una e poi l'altra con lui e decidiamo di mandargli una cartolina.

Sapendo di colpire la mia attenzione mi parla di altre località, della Val di Non, del Lago di Tovel, e di Merano
L'argomento si ferma su questa bellissima cittadina che io ho visitato molto velocemente durante una gita organizzata nel periodo dei mercatini di Natale, ho visto molto poco e ricordo il castello Principesco.
Da buona padrona di casa, e attraverso il giornale locale da lei acquistato, mi fa vedere le fotografie dell'interno del KURHAUS, un ambiente fatto
per grandi ricevimenti, dove lo sfarzo e la storia risalgono asi tempi dell'impero Austroungarico


L'imperatrice e Regina di Ungheria, Elisabetta d'Austria, conosciuta da tutti come Sissi, già nel 1870, si recava a Merano con tutto il suo seguito, spinta dalla salute cagionevole di una dei suoi quattro figli, veniva ospitata dai signori della zona, per questo motivo ha soggiornato negli anni successivi, in diversi castelli che circondavano Merano.


Le Terme di Merano erano e sono tutt'ora considerate salutari, molti i personaggi della storia antica e recente che giungevano e giungono, in queste zone per riprendersi ed effettuare una buona convalescenza, infatti l'albergo delle terme non subisce crisi......


E' un piacere ascoltarla mentre mi descrive la passeggiata d'inverno, dice che è una bellissima attrattiva, una passeggiata, coperta, sotto il porticato, in caso di maltempo si può trovare riparo, e mentre la si percorre, ammirare una galleria di dipinti dove i paesaggi dell'Alto Adige fanno da cornice ai busti delle personalità significative della città, sul lato opposto del fiume si trova invece la passeggiata d'estate, la quale si raggiunge attraverso un ponte romano che unisce le due passeggiate e le due sponde del fiume.

 Ci parla delle chiese e dei diversi castelli che ci sono nella zona, la voglia di vedere è tanta, credo che compatibilmente con il lavoro, la salute,  anche questa città possa diventare una delle nostre mete.






mercoledì 4 settembre 2013

LA CARTOLINA

Siamo nell'era della tecnologia, il telefonino, lo smart phone, il personal computer, il tablet.
Tutta la tecnologia, con un clik


Poi abbiamo le carte di credito, ogni banca ha la sua , Circuito visa, American express, i clienti facoltosi hanno le carte oro, o Gold, poi ci sono i bancomat, e le carte sconto con raccolta punti di ogni supermercato...



la carta della regione dove ci sono tutti i tuoi dati compreso il codice fiscale, con la quale accedi ai servizi della sanità, alla cartella clinica, si può utilizzare anche se si va all'estero.

I nostri portafogli hanno più scomparti, per queste targhette elettroniche, che posto per i soldi, sarà che di soldi, in questo periodo, ce ne sono veramente pochi.
Ma quando la cassetta della posta è piena, mi viene l'ansia, solitamente in mezzo a tantissimi volantini della pubblicità, ci sono le fatture da pagare e gli estratti conto della banca.


Povera cassetta, è diventata foriera di brutte notizie..
Enel, Telecom, Agenzia delle entrate, e delle buste grigie che il comune manda, sono solitamente, i tributi che si devono pagare in un solo saldo, oppure ratealmente.
Non so da quanto tempo non ricevo una cartolina, è così bello, aprire la cassetta e vedere, che qualcuno si è ricordato di te.


Eppure io le spedisco sempre, c'è stato un periodo che le mandavo a tanti amici, poi ho lasciato perdere, e mando solamente a chi è presente.
Qualcuno mi ha detto, mandi le cartoline, per farci sapere che sei in giro.
Niente di più sbagliato, spedisco le cartoline per far vedere quanti bei posti abbiamo.
Non necessariamente uno deve andare lontano, basta mandare una cartolina dal paese dove si vive, un modo per ricordare,un modo diverso per dire: " ti sto 
pensando"

Mi ricordo gli anni settanta, mia nonna abitava a Lugano, noi non avevamo un'auto, per cui non sempre potevamo andarla a trovare, quante cartoline del mio paese le ho mandato, ogni 15 giorni la domenica mattina, le scrivevo una cartolina, scrivevo piccolo e fitto, per farci stare più parole....
La nonna mi rispondeva sempre con una lettera, che aveva sui lati un disegno che delineava l'angolo del foglio, a volte sembrava un bouchet di fiori, in altre una composizione di frutta, il colore del foglio era un violetto sfumato, oppure di un giallo tenue, le parole scritte in bella grafia.




Chissà se alla nonna, dava piacere ricevere le mie cartoline, conservo ancora qualche suo biglietto, uno in particolare, non è un bel foglio, ma una striscia di un bloc notes, si lamentava della sua memoria, perchè si era scordata di prendere buste e fogli....

Mia mamma in una lettera, che aveva mandato a papà scriveva:" ti mando la foto fatta davanti alla cattedrale, guarda dietro la foto"...
In quella foto, la mamma è con un mazzo di fiori in mano. Sul retro della foto c'è scritto: " Con tutto il mio amore".....
Una foto che ha 66 anni spedita in una busta chiusa....

Con la tecnologia, tutto è più veloce, ma si sono persi il piacere dello scambio, e dell'attesa reciproca.




martedì 3 settembre 2013


IL CIMITERO

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Odio andare al cimitero, non c'è giorno che non penso ai miei cari, ma andare al cimitero, è una cosa che se posso evito volentieri. Un po' di tempo fa vengo, però, chiamata da mia sorella, che mi fa notare la latitanza, me lo dice educatamente, ma mi chiede di esserci domenica, perchè la tomba della nonna a suo dire è proprio ridotta male.


La nonna materna riposa nel cimitero di Noranco, un paesino vicino a Lugano, è un cimitero posto in una posizione proprio triste, freddo e gelido d'inverno, pieno di scale che si arrampicano per questi ronchi, mia sorella nel baule dell'auto ha messo terra di cultura, piantine da bordura, una pianta da mettere al centro della tomba, corteccia per mantenere fresche le piantine e ghiaietto da mettere non ho capito dove.
L'ho guardata e ho detto " se ti fermavano? cosa dicevi alle guardie di confine?


Un' alzata di spalle e una risata, siamo diverse come il sole e la luna, se avessi un po' della sua intraprendenza, invece ho sempre molte paure....
Sembravamo due operai di un garden, abbiamo portato tutto il materiale davanti alla tomba della nonna , scavato, estirpato, zappato la terra,messo un granulare, non ho chiesto cosa fosse, per evitare lezioni di botanica, poi le piantine, la corteccia e il ghiaietto.
Ero in ginocchio nella terra, mentre con un rastrellino sistemavo il ghiaietto parlavo con la nonna...
Mia sorella mi dice: "smettila non vedi che ti guardano...."
Mi volto e vedo una vecchietta con uno bastone, una gonna nera e una camicetta a fiorellini bianca e nera che mi guarda, ha capelli grigi fermati da uno schignon sulla nuca, si ferma a guardarmi, e poi si incammina.
" Ma la conosci?"
" Io? Nooooo"
mia sorella va a prendere l'acqua con un annaffiatoio, e io continuo a appianare il ghiaietto e poi sento una voce fine che mi chiede:
" Mi scusi ma lei è la figlia dell' Agnesina?"
Rispondo: "Si."

" Ecco avevo ragione, l'ho detto alla mia amica, quella la," e la indica col dito ..."Noi tre andavamo a scuola di cucito insieme, quando la mamma è tornata qui dopo l'istituto, come sta? È in buona salute"
" la mamma è mancata un po' di anni fa",
" Mi spiace, ma lo sa che lei è la copia esatta della sua mamma, sembra proprio la sua mamma, ha lo stesso sguardo e la stessa bocca...i capelli neri tanti...come l'Agnesina...
E il suo papà, era un bell'uomo, ma quando lo abbiamo visto noi, erano già sposati, una bella coppia, andavano a ballare, me li ricordo come erano bravi.
Mi sta venendo un groppo in gola, allora dico:" ho preso anche le dimensioni dell'Agnesina divento una cicciona come lei, e presento mia sorella.
Non ci crede nessuno che siamo sorelle, è chiara di carnagione, occhi azzurri, sorridente.
Mentre loro parlano, finisco di sistemare il ghiaietto,  poi senza pensarci, dico una frase alla nonna in dialetto, mi guardano e scoppiano a ridere:
"che bello è vedere che parlate con la nonna come se fosse qui, nel nostro dialetto."
"Sono proprio contenta di avervi incontrate" ....
Salutiamo le compagne di scuola della mamma, non andiamo a Lugano siamo sporche di terra torniamo a casa.


Ci facciamo un gelato,  un buon caffè, mi parte l'imitazione di questa donnina, mio cognato ride, e dice che tante persone, che sono rimaste vedove, hanno fatto incontri proprio al cimitero, trovando un nuovo compagno o compagna..
Rido,..... io ho trovato una vecchina,.... certo che non me lo sarei mai aspettato......
Invece di iscrivervi ad una agenzia per cuori solitari, frequentate un cimitero, potreste fare degli incontri, .....se la fortuna  vi assiste......
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lunedì 2 settembre 2013

MODIGLIANI E LA MOSTRA A MILANO



Milano 1 settembre 2013
Sono in piazza Duomo, una fila di persone è davanti all'entrata della cattedrale, le guardie controllano il contenuto di borse e tasche, mi sposto lateralmente e sono davanti al Palazzo Ducale, faccio qualche foto, il sole brilla sulle guglie del Duomo che ha ancora delle impalcature per il restauro o pulizia dallo smog.


Sono sola, avrei dovuto venire la settimana prossima, ma per degli inconvenienti, all'ultimo momento, ho deciso di venire oggi alla mostra di Modigliani, e i pittori maledetti.


Dopo aver effettuato il pagamento del biglietto, pensavo mi ritirassero la borsa come solitamente avviene, ma questa volta non mi è stato chiesto....un'altra carenza che ho notato, avevano audio guide solamente in Italiano e in Inglese, i turisti francesi o tedeschi cosa possono aver pensato?
Inforco le cuffie, inizio il mio percorso, la mostra si apre con una descrizione. A noi è concesso di vedere questa mostra, grazie al mecenate Jonas Netter, un uomo schivo e timido, grandissimo amante dell'arte, benestante ma non ricco, da potersi permettere gli amati impressionisti. 



Per caso si è imbattuto nei quadri di Modigliani o forse di Utrillo, due pittori sconosciuti a quel tempo, che avevano il vizio del bere, essendo molto spesso ubriachi eccedevano, e venivano rinchiusi in prigione dalla gendarmeriè , non avendo soldi, pagavano la libertà con i loro dipinti. 


In un ufficio della questura di Parigi, Jonas Netter, che si era recato per il rinnovo dei suoi documenti, nota tutte queste tele, chiese al questore, il quale lo indirizzò presso l'agente di tutti questi grandi geni della pittura e della sregolatezza.

 L'agente squattrinato, come i pittori che rappresentava, si chiamava Lopol Zborowsky era polacco. Netter fu molto coraggioso decidendo di mettersi in società subito, con diritto di prima scelta, in un'avventura silenziosa, che lo ha portato nel tempo ad avere una collezione molto ben strutturata, arrivò ad aver 40 opere di Modigliani e decine e decine di Utrillo, di sua madre Susanne Valadon, di Derain, Vlamick, Kinsling. 
 Tutti artisti che senza l'aiuto di Netter non sarebbero riusciti a mantenersi e lavorare, per ultimo si aggiunse Chaim Soutine, tanto misero da farsi annunciare da un amico misero quanto lui : "Modigliani ", per diventare poi un grande dell'espressionismo.
L'altra caratteristica è che tutti questi pittori erano ebrei, così come Jonas Netter.

Definiti gli anni folli di Parigi è il periodo che agli inizi del 1900 tra la fine della prima guerra mondiale e la crisi del 1929 fa di Monparnasse il centro del mondo, quello che pochi anni prima era Montmartre, un quartiere di " pazzoidi" così lo definiva Apollinaire. Modigliani era sbarcato a Parigi nel 1906 nel quartiere di Monparnasse voleva realizzare il suo sogno, nel quartiere degli artisti, non solo di pittori, ma anche scrittori, si poteva incontrare Picasso, Chagal, Cocteau, Hemingwai, persino Lenin.


La fortuna di Modigliani iniziò il giorno dopo la sua morte.
In vita, non ebbe mai quel consenso e riconoscimento del suo stile che aveva sempre cercato

Gli scatti di collera, le liti, le ubriacature e le altrettante gentilezze, la sua aurea di ebreo italiano colto, dai bei modi e dal grande charme, da un lato gli permettevano di distinguersi, dall'altro lato erano il segnale di uno sforzo e di una ricerca che lo stremava.
Se avesse seguito la moda avrebbe vissuto in modo decente, ma non volle scedere mai a compromessi.


Zborowky entra in contatto con Modigliani, grazie ad una mostra dove esponevano oltre a lui Matisse, Picasso, Ortis de Zarade e Kisling, si dice che la fosse stata la moglie di quest'ultimo a permettere l'incontro. Zborowsky, per permettere a Modigliani di continuare la sua opera, gli mise a disposizione la sua casa per dipingere, visto che non aveva nemmeno una sua casa, spesso mangiava li, sembra che il mercante d'arte, non riservò mai a nessun'altro un simile trattamento di riguardo.
Grazie all'unione di Zborowsky con Netter, che ottiene l'esclusiva delle opere di Modigliani, dopo dieci anni di vita a Parigi, ha finalmente una casa e anche se gravemente malato, con l'aiuto di Netter soggiorna per un periodo in Costa Azzurra.
E' un pittore che non viene capito, i suoi nudi sconvolgono,


 mentre i suoi colleghi iniziano ad avere dei riconoscimenti, a vendere le proprie opere, Modigliani ostinatamente continua a dipingere, i suoi volti con l'incarnato che ricorda gli studi fatti in toscana, fino alla morte a soli 36 anni. 
Era diventato papà e la sua compagna Jeanne Hbuteme , si suicidava il giorno seguente alla sua morte, mentre attendeva il loro secondo figlio, nel gennaio del 1920.
La collezione Netter, dopo Modigliani ha continuato ad essere arricchita da pittori come Soutine, Utrillo, Susanne Valadon, Kisling.
l'arte in quegli anni diventa autonoma dal soggetto e dalle tradizioni che ogni pittore può avere, si ribaltano i canoni conosciuti creando una vera e propria rivoluzione.
All'interno della mostra troviamo venti quadri di Chaim Soutine, amico di Modigliani, arrivato dalla Lituania a piedi, sporco, pieno di parassiti con un odore poco piacevole che si porterà per tutta la vita.




Da Modigliani impara l'uso del fazzoletto per pulirsi il naso, comincerà ad usare la vasca da bagno solo dopo essere diventato ricco e in seguito alle insistenze della sua amante



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Netter lo aiuta nei momenti di difficoltà, ma grazie ad un altro ricco collezionista Alfred Barnes la sua vita cambierà, diventa ricchissimo e dimentica anche il buono di Modigliani di lui parlerà così:
"Non mi parlate di quell'Italiano che mi ha fatto diventare quasi alcolizzato"



Di Netter, persona molto riservata conosciamo solo la sua passione per l'arte che oggi ho potuto ammirare, ma molto poco della sua vita.