il filo dei ricordi-racconti

lunedì 2 settembre 2013

MODIGLIANI E LA MOSTRA A MILANO



Milano 1 settembre 2013
Sono in piazza Duomo, una fila di persone è davanti all'entrata della cattedrale, le guardie controllano il contenuto di borse e tasche, mi sposto lateralmente e sono davanti al Palazzo Ducale, faccio qualche foto, il sole brilla sulle guglie del Duomo che ha ancora delle impalcature per il restauro o pulizia dallo smog.


Sono sola, avrei dovuto venire la settimana prossima, ma per degli inconvenienti, all'ultimo momento, ho deciso di venire oggi alla mostra di Modigliani, e i pittori maledetti.


Dopo aver effettuato il pagamento del biglietto, pensavo mi ritirassero la borsa come solitamente avviene, ma questa volta non mi è stato chiesto....un'altra carenza che ho notato, avevano audio guide solamente in Italiano e in Inglese, i turisti francesi o tedeschi cosa possono aver pensato?
Inforco le cuffie, inizio il mio percorso, la mostra si apre con una descrizione. A noi è concesso di vedere questa mostra, grazie al mecenate Jonas Netter, un uomo schivo e timido, grandissimo amante dell'arte, benestante ma non ricco, da potersi permettere gli amati impressionisti. 



Per caso si è imbattuto nei quadri di Modigliani o forse di Utrillo, due pittori sconosciuti a quel tempo, che avevano il vizio del bere, essendo molto spesso ubriachi eccedevano, e venivano rinchiusi in prigione dalla gendarmeriè , non avendo soldi, pagavano la libertà con i loro dipinti. 


In un ufficio della questura di Parigi, Jonas Netter, che si era recato per il rinnovo dei suoi documenti, nota tutte queste tele, chiese al questore, il quale lo indirizzò presso l'agente di tutti questi grandi geni della pittura e della sregolatezza.

 L'agente squattrinato, come i pittori che rappresentava, si chiamava Lopol Zborowsky era polacco. Netter fu molto coraggioso decidendo di mettersi in società subito, con diritto di prima scelta, in un'avventura silenziosa, che lo ha portato nel tempo ad avere una collezione molto ben strutturata, arrivò ad aver 40 opere di Modigliani e decine e decine di Utrillo, di sua madre Susanne Valadon, di Derain, Vlamick, Kinsling. 
 Tutti artisti che senza l'aiuto di Netter non sarebbero riusciti a mantenersi e lavorare, per ultimo si aggiunse Chaim Soutine, tanto misero da farsi annunciare da un amico misero quanto lui : "Modigliani ", per diventare poi un grande dell'espressionismo.
L'altra caratteristica è che tutti questi pittori erano ebrei, così come Jonas Netter.

Definiti gli anni folli di Parigi è il periodo che agli inizi del 1900 tra la fine della prima guerra mondiale e la crisi del 1929 fa di Monparnasse il centro del mondo, quello che pochi anni prima era Montmartre, un quartiere di " pazzoidi" così lo definiva Apollinaire. Modigliani era sbarcato a Parigi nel 1906 nel quartiere di Monparnasse voleva realizzare il suo sogno, nel quartiere degli artisti, non solo di pittori, ma anche scrittori, si poteva incontrare Picasso, Chagal, Cocteau, Hemingwai, persino Lenin.


La fortuna di Modigliani iniziò il giorno dopo la sua morte.
In vita, non ebbe mai quel consenso e riconoscimento del suo stile che aveva sempre cercato

Gli scatti di collera, le liti, le ubriacature e le altrettante gentilezze, la sua aurea di ebreo italiano colto, dai bei modi e dal grande charme, da un lato gli permettevano di distinguersi, dall'altro lato erano il segnale di uno sforzo e di una ricerca che lo stremava.
Se avesse seguito la moda avrebbe vissuto in modo decente, ma non volle scedere mai a compromessi.


Zborowky entra in contatto con Modigliani, grazie ad una mostra dove esponevano oltre a lui Matisse, Picasso, Ortis de Zarade e Kisling, si dice che la fosse stata la moglie di quest'ultimo a permettere l'incontro. Zborowsky, per permettere a Modigliani di continuare la sua opera, gli mise a disposizione la sua casa per dipingere, visto che non aveva nemmeno una sua casa, spesso mangiava li, sembra che il mercante d'arte, non riservò mai a nessun'altro un simile trattamento di riguardo.
Grazie all'unione di Zborowsky con Netter, che ottiene l'esclusiva delle opere di Modigliani, dopo dieci anni di vita a Parigi, ha finalmente una casa e anche se gravemente malato, con l'aiuto di Netter soggiorna per un periodo in Costa Azzurra.
E' un pittore che non viene capito, i suoi nudi sconvolgono,


 mentre i suoi colleghi iniziano ad avere dei riconoscimenti, a vendere le proprie opere, Modigliani ostinatamente continua a dipingere, i suoi volti con l'incarnato che ricorda gli studi fatti in toscana, fino alla morte a soli 36 anni. 
Era diventato papà e la sua compagna Jeanne Hbuteme , si suicidava il giorno seguente alla sua morte, mentre attendeva il loro secondo figlio, nel gennaio del 1920.
La collezione Netter, dopo Modigliani ha continuato ad essere arricchita da pittori come Soutine, Utrillo, Susanne Valadon, Kisling.
l'arte in quegli anni diventa autonoma dal soggetto e dalle tradizioni che ogni pittore può avere, si ribaltano i canoni conosciuti creando una vera e propria rivoluzione.
All'interno della mostra troviamo venti quadri di Chaim Soutine, amico di Modigliani, arrivato dalla Lituania a piedi, sporco, pieno di parassiti con un odore poco piacevole che si porterà per tutta la vita.




Da Modigliani impara l'uso del fazzoletto per pulirsi il naso, comincerà ad usare la vasca da bagno solo dopo essere diventato ricco e in seguito alle insistenze della sua amante



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Netter lo aiuta nei momenti di difficoltà, ma grazie ad un altro ricco collezionista Alfred Barnes la sua vita cambierà, diventa ricchissimo e dimentica anche il buono di Modigliani di lui parlerà così:
"Non mi parlate di quell'Italiano che mi ha fatto diventare quasi alcolizzato"



Di Netter, persona molto riservata conosciamo solo la sua passione per l'arte che oggi ho potuto ammirare, ma molto poco della sua vita.




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