il filo dei ricordi-racconti

sabato 31 agosto 2013

                L’EREMO DI SANTA CATERINA DEL SASSO


E' una domenica di bel tempo;Riccardo mi ha già fatto fare un bel giro,  ma mai avrei pensato, che avrei potuto vedere un posto così bello, inizialmente anche lui è stupito dice che l'ultima volta che ci è venuto non erano stati fatte tutte le migliorie che troviamo ora.
Siamo sul lago maggiore, o Verbano, essendo meno profondo del lago di Como il suo colore è di un bell'azzurro,  Siamo precisamente all’Eremo di Santa Caterina del Sasso.  Davanti a noi  un piano c'è un ascensore che scende all'Eremo,  si vede il lago dall'alto, ci sono anche i gradini, e noi decidiamo di scendere a piedi.
 L’Eremo di Santa Caterina del Sasso è uno dei più affascinanti luoghi storici del Lago Maggiore.

 Questo vero e proprio “balcone” proteso sul Golfo Borromeo si raggiunge dal lago salendo una scalinata di 80 gradini oppure dal piazzale sovrastante scendendo una scala di 268 scalini.
 L'Eremo di Santa Caterina ha una storia lunga, si dice che nel 1170, in seguito ad un naufragio Alberto Besozzi di Arolo, si ritirò a vita solitaria in una grotta, poi  in seguito ad una pestilenza che aveva colpito la sponda lombarda del lago Maggiore, gli abitanti di Arolo si rivolsero al Pio eremita che chiese in cambio la costruzione del Saccello di Santa Caterina simile a quello della santa sul monte Sinai.
Una famiglia di nobili di Ispra decise poi di costruire anche la cappella  di Santa Maria Nova, in quanto le preghiere del Pio avevano permesso la liberazione dai Lupi che imperversavano nella zona uccidendo gli animali da pascolo. Chiamato inizialmente monastero di Saxobalaro ricevette tre terreni in dono per la chiesa di San Nicolao. Nel XIV secolo l’Eremo venne abitato da una comunità di monaci Agostiniani, successivamente nel 1379 si stanziarono i Romiti Ambrosiani  infatti fra il 1300 e il 1320 venne dipinto il preziosissimo  affresco di S.Nicolao, e nel 1649 i Carmelitani. Ad oggi è retto dagli Oblati Benedettini. nel corso dei secoli però i cambiamenti adottati furono diversi e passò di mano in mano per diverse istituzioni fino a far parte della istituzione monastica milanese, che però con il dominio austro-ungarico proclamò la chiusura dellEremo, la decadenza dell'eremo continuò lentamente fino a che nel 1914 venne dichiarato Monumento Nazionale.
Si avvicendarono periodi di  decadimento e di ristrutturazione ora è totalmente gestito dalla provincia che ne ha notevolmente rigenerato e migliorato l'accesso al santuario visto che in seguito a delle frane l'accesso precedente non era più agibile.
Decidiamo di acquistare un libretto che ci dia qualche informazione
Il complesso architettonico dell'Eremo avendo subito parecchi cambiamenti è così stutturato: Il convento meridionale, il conventino e la chiesa. Si giunge al convento meridionale venne eretto nel 1400 e successivamente modificato nel 1624 da Padre Giulio Martignoni,  passando sotto ad un porticato di colonne di granito semplice ma armonioso  come una finestra sul lago e  la vista sulle Isole Borromee


 Nel convento meridionale ,ci sono affreschi che risalgono dal 1339 fino al 1600, troviamo lo stemma dei frati Carmelitani su un camino barocchetto di marmo e sopra sulla parete i resti di una crocefissione del 300 tipica della pittura romano-gotica del settentrione italiano. Nello spazio tra le finestre c'è una croceffissione seicentesca con S. Ambrogio e s Caterina, hanno trovato anche definitiva collocazione dopo il restauro una pala di altare risalente al 1510
 Tra il convento meridionale e il conventino si trova posizionato un torchio di notevole dimensioni è datato 1759  pressavano uve e olive  che provenivano dai fondi dell'eremo,  situato di fronte al cortile del torchio, eretto su muri duecenteschi, e impreziosito da un porticato  di quattro archi a sesto acuto poggiati su pilastri in pietra c’è il Conventino che anticamente era la cucina con il forno del pane e il classico camino grande, al piano superiore ci sono le celle dei frati sulle cui finestre si trovano tracce di affrescature cinquecentesche del “Martirio di Santa Caterina d’Alessandria” ; consente il passaggio fra la chiesa e il convento meridionale, sotto questo porticato sono state riposizionate dopo il restauro 10 scene rispetto alle 15 originarie, dove è rappresentata la danza macabra, o danza della morte.
 In queste tavole viene rappresentata l'uguaglianza assoluta di tutti gli uomini davanti alla morte,  che ha senso solo se è illuminata da Cristo, anche se notevolmente danneggiate, si riesce a vedere un mercante coi suoi registri, un un cortigiano che difende la sua amica, un prete ed un cardinale,  un frate ed un senatore: La morte nel XIV eXV secolo entra come decorazione nelle mura di chiese e cimiteri,  se ne trovano a Clusone vicino a Bergamo,  nel Camposanto di Pisa.



Nel cortile della  chiesa troviamo alla destra  la grotta della madonna di Lourdes, e sulla sinistra, un portico cinquecentesco costruito con colonne in Pietra di Angera, in stile rinascimentale.
 Il campanile posto a strapiombo sul lago venne edificato nel 1300 e presenta una cella campanaria aperta a bifora fatta in pietra d’Angera, l'azzurro del lago riflette luminosamente  tra i porticati,  gli affreschi sono stati duramente danneggiati, dall’umidità e dal tempo. 

 
Sembra che la attuale chiesa di Santa Caterina sia del XVI secolo, ma si crede che siano stai inclusi edifici storici preesistenti. Mi colpiscono le vetrate, dalla guida risultano che sono ottocentesche , chiudono il matroneo della chiesa , una volta coro invernale dei frati,  la cappella di San Nicolao è  alla sinistra dell'altare maggiore,  era in realtà una parte della prima chiesa originaria dedicata a San Nicolao, a fianco  c'è la cappella di Santa Caterina la più venerata nel medioevo e la cappella di Santa Maria Nova, ancora tanti affreschi devono essere restaurati altri sono stati rinvenuti durante i restauri.
La cappella del Beato Alberto,  molto rovinata dall'umidità, contiene un' urna della scuola del Beato Angelico , con  i resti di Alberto Besozzi, è detta cappella dei sassi perchè alcuni massi che si erano staccati dalla parete rocciosa rimasero impigliati nella struttura della volta della cappella sfondata e poi rimossi nel 1983 per esigenze di restauro.

Insomma io,  che non conosco l'arte, mi affido  a delle guide per avere qualche nozione, ma di una cosa sono certa, questo Eremo è bellissimo, il lago, i porticati, le cascine del quicchio che sono di recente state ristrutturate, meritano di essere viste   consiglio a tutti,  una visita a questa meraviglia.
Risaliamo sempre a piedi, tutti  gradini, ho il fiatone, mi fermo a prendere fiato e con lo sguardo torno verso il basso,  è così bello, ma la voce di Riccardo mi fa tornare alla realtà, riprendo la salita arrivo fino in cima, ho un fiatone terribile, ma la consapevolezza di aver visto qualcosa di veramente bello. E forse anche la certezza che…… dovrei dimagrire……………






  

   

Nessun commento:

Posta un commento