Il supermercato
Se c'è una cosa che proprio non mi piace
fare, è andare a fare la spesa, ma purtroppo, mi tocca,
volente o nolente ci devo andare. Cerco un supermercato dove trovo di
tutto, ma molto più contenuto di un centro commerciale, qui trovo quel che mi
serve senza essere tentata dalle mille offerte, che nei centri più grossi
fanno, dove solitamente si entra per acquistare prodotti di consumo quotidiano, e si esce con tante
altre cose messe in offerta o in promozione che ti colpiscono, tornando poi a casa con il portafoglio vuoto.
Preferisco evitare, e acquistare solo quel che
mi serve, tenendo conto, che anche qui, acquisterò qualcosa che teoricamente non era compreso nella lista
preparata, e che sicuramente dimenticherò qualcos'altro perchè io, faccio così.
Inizio il mio giro, cerco la lista della
spesa, ma non la trovo, probabilmente
l'ho lasciata sul tavolo a casa, e allora vado a memoria.
Inizio a riempire il
carrello, i detersivi per la casa, per l'igiene personale, la carta casa, qualche bottiglia
di bibite , l'acqua, finchè arrivo davanti al frigo cerco le cose confezionate
di consumo
quotidiano, yogurt, mozzarella, e altri prodotti, di libero servizio. Mi reco nel reparto salumeria per un po di salumi affettati freschi e qualche pezzetto di
formaggio
Arrivata davanti alla pescheria
rimango stupita, al banco, c'è un
signore, che qualche anno fa, aveva un
negozio di pescheria in un paese vicino al mio, scambiamo i soliti convenevoli,
mi dice che in seguito ad una lunga malattia, ha dovuto chiudere
l'esercizio, ora che è
guarito, è
dipendente di questo gruppo di supermercati, dove si trova bene.
Avendo ancora l'animo del commerciante, in un attimo mi propone tutto quello che
avrei acquistato, se a fare la spesa ci fossi andata con mio papà.
Volevo solo delle orate da fare al cartoccio
e un po di misto da fare fritto, ma lui, non rendendosene conto, forse remore degli anni precedenti, quando
eravamo dei buoni clienti per il suo negozio,
mi propone le stesse cose, che il mio papà amava mangiare.
Mi dice che lo stocafisso è appena arrivato, che ha un buon prezzo,
perchè ne hanno acquistato un grosso stock, dice anche, che non mi spiega il procedimento, di preparazione, perchè sa che lo conosco, in realtà io non ho
mai cucinato lo stocafisso quello secco, che si batte col martello di legno e
poi si mette a bagno per diversi giorni, per poi essere cotto in umido con la
polenta o in insalata mantecato col prezzemolo, conosco il procedimento, ma non
ho mai cucinato questo pesce perchè lo faceva buonissimo la mia mamma.
Rispondo che sono sola ed è troppo costoso
per me in questo periodo.
Passa allora a farmi vedere le lumachine di
mare, buone, buonissime per fare il
sugo, ne acquisto una retina perchè sono
già confezionate, ma arrivate fresche.
Poi mi fa vedere una confezione sottovuoto,-: " a
questa non puoi dire di no, sono sicuro che
ti fa venire l'acquolina in bocca e poi confezionata così si
mantiene in frigo per un po’", non ci vedo e non
capisco cosa sia, inforco gli occhiali
e poi leggo sul biglietto: aringhe confezionate sottovuoto.
Le ho acquistate... ho salutato e ho
continuato il mio giro in macelleria e nel banco dei surgelati.
Tornata a casa dopo aver sistemato la spesa, ho lavato ben bene le
lumachine ho fatto il sugo, e ho chiamato due care amiche a mangiare una
spaghettata a casa mia.
Nel frigorifero però rimangono le aringhe
sottovuoto, non riesco, proprio non ce la faccio ad aprire quel pacchetto.
Pochi giorni dopo, ho fatto un sogno, io, che
non ricordo mai, i miei sogni, questa volta l'ho ricordato:
" ero a casa mia, le aringhe molto bene
in carne erano su una griglia, cuocevano
al calore
della brace, sul tavolo il piatto di legno aspettava una bella polenta bianca e
le papate nella cenere con la carta stagnola, erano quasi pronte, c'eravamo
tutti, tutta la mia famiglia, non avrei potuto mangiarle da sola".
Nel sogno ho sentito il gusto delle aringhe salate con la polenta
calda e il dolce delle patate.
Le aringhe sono ancora nel frigorifero. Ma
un'idea mi frulla in testa, sono sicura che a mio papà piacerebbe tanto.
Un tuffo nei ricordi attraverso il pesce,
incredibile quanto poco ci voglia per ricordare le cose belle, .un' aringa, un sogno .
Un racconto che rievoca ricordi di gioventù un sogno vissuto che porta il ricordo dei nostri genitori, e di come forse anche per un fatto generazionale, li abbiamo capiti dopo che siamo diventati genitori anche noi.
RispondiEliminaSempre belli e leggibilissimi i tuoi racconti Enrica, brava
l'economia della famiglia sta proprio li saper comprare.
RispondiEliminaQuesto tuo articolo mi ha riportato alla mente le mie parole quando dicevo "hanno il carello pieno di robba e non sanno cosa mangiare"
Il consumismo e le donne che non sono più donne casalinghe ( esse vanno a lavorare per poi spendere i loro soldi alle grande industrie )
Una volta nelle scuole si insegnava economia domestica, ora materia morta, adesso siamo tutte tecnologiche, mangiando da schifo e tutto precotto.
vedi anche il pescivendolo a tirato l'acqua al suo mulino ti faceva comprare tutto il banco se non mettevi un freno,fra tanto materialismo almeno ci ha salvato il sogno di tuo padre