il filo dei ricordi-racconti

giovedì 1 agosto 2013

UNA VOLTA

                         UNA VOLTA

E' una domenica mattina, si deve andare alla S. Messa, e, finita la funzione, si deve rifare l'abbonamento settimanale dell' autobus che ti porta a scuola, che il bigliettaio oblitera, quattro volte al giorno, andata e ritorno. Una ragazzina magra, magrissima, brava a scuola, forse non timida, ma tanto vergognosa, si avvia per la strada che porta al bar, dove viene rifatto l'abbonamento, ha appena finito di piovere. Sente qualcuno che la chiama, rallenta il passo ma non si ferma, deve tornare a casa, papà si arrabbia, se non è in orario, sono Silvana e Tiziana, due sue compagne di classe, ma non sono amiche, la prendono sempre in giro, chiamandola sempliciotta, contadina, perchè la sua famiglia, non ha molte possibilità economiche e i suoi genitori vivono con quello che allevano e coltivano.
Cosa fai oggi? Dice Silvana...
" Vado a pattinare sul ghiaccio"
Ma quand'è che ti svegli? Vieni con noi, c'è un ragazzo che ti vuole conoscere, incredibile ma vero.... Uno che vuol conoscere te...
"No grazie preferisco di no"
"Rimarrai sempre una sempliciotta" dice Silvana in tono dispregiativo
"Non mi chiedi nemmeno chi é? Hai paura di tuo papà?"
La ragazza magra risponde:" Sopratutto, ho paura di mio papà, e poi devo vedermi con Stella ed Assunta...
Silvana replica: "le tre derelitte che vanno allo stadio del ghiaccio a piedi, invece a me, vengono a prendermi in auto e indovina chi? Ivano, che ragazzo !!!!"
Tornata a casa, dopo aver pranzato, guanti cappello e sciarpa, pattini con salva lama , legati con le stringe sulle spalle, 


si avvia a piedi fino al paese successivo per incontrare le amiche, insieme andranno allo stadio del ghiaccio,  la mamma, le da solo i soldi per pagare il biglietto di entrata. 
Nemmeno una cioccolata alla macchinetta veniva concessa.











 Era una domenica di novembre del 1975, un pomeriggio con due care amiche, tutti i pomeriggi delle domeniche d'inverno erano riempite dalla spensieratezza di un pomeriggio pattinando, ridendo e volteggiando, bellissimo,..


Alle 17 e trenta si smetteva di pattinare e si faceva il percorso inverso, per tornare a casa , di corsa, con la paura, se arrivava in ritardo, aveva la punizione assicurata, lasciate le amiche continua la strada ormai buia, da sola . Un'auto bianca, un 127 fiat, le si affianca, sull'auto davanti due ragazzi, e dietro la compagna di scuola, Silvana,
"Sali le dice, ti portiamo a casa noi"
-"No grazie"
"Non fare la stupida, sali"
-" Ho detto di no" e si incammina a piedi
L'auto non continua, la affianca a passo d'uomo. Qualche volta accellera un pochino e poi si ferma ad aspettare.
Nei pressi della sua casa, uno dei ragazzi dice "certo che sei ostinata
ci vedremo ancora..."
la domenica successiva, si ripete la stessa storia, ma il ragazzo è uno solo, continua a seguirla a passo d'uomo, per diverse domeniche.


Lo chiamavano 100 litri, per la benzina che sprecava.
Stanco di aspettare, decide di noleggiare i pattini e entra in pista anche lui, alle sue cadute le risate si sprecavano. Si diventa amici,finisce la stagione del ghiaccio e inizia la primavera, e....lo trova con l'auto fuori dalla scuola, per un po'di volte non accetta il  passaggio ,  poi si lascia convincere.
Papà però controlla l'abbonamento dell'autobus, e vuole spiegazioni perchè non è stato obliterato, la scusa era che, aveva avuto un passaggio dalla mamma di una compagna di scuola. Era un segugio al quale niente sfuggiva, e non si riusciva mai ad imbrogliarlo. Le bugie hanno le gambe corte, tutto viene a galla, subentra una punizione molto pesante, papà, era un uomo severo, tutto di un pezzo, non sopportava le bugie.
La scuola finisce, vorrebbe continuare a studiare, ma ancora una volta è il babbo che decide, la risposta è " Nooooo... sei brava per studiare? Lo sarai anche per lavorare"
Trova lavoro in un ufficio, ma lo stipendio è di soli 50.000 lire al mese, troppo poco, ci sono le spese dell'autobus e serve qualche bel vestitino, ma in famiglia hanno bisogno del suo aiuto, le trovano allora un lavoro in una fabbrica vicino casa, non ci sono spese, fa i turni, può aiutare la mamma nell'altra mezza giornata,
Al lavoro ci va sempre a piedi, lo stipendio lo da al papà che, intasca e continua come prima a gestire il tutto, per lui contano solo le esigenze famigliari, e quei soldi vengono usati per tutta la famiglia, anche gli straordinari vengono dati in casa, ma ad ogni sua richiesta la risposta è sempre :"Adesso non si può, più avanti"
Desiderava una giacca a vento, per poter pattinare, ma anche questo non viene preso in considerazione, e allora inventa una scusa, e tiene i soldi dello straordinario da parte, mentre il babbo vuole sapere quando la pagheranno. 

Raggiunta una bella cifra si reca a Como acquista una giacca a vento rossa, bella, di marca, e avendo avanzato ancora dei soldi acquista anche uno stereo,completo di casse, su cui si possono mettere addirittura quattro LP, che in automatico alla fine di un disco, fa scendere quello successivo, c'è anche il mobiletto si fa portare tutto il pomeriggio del giorno successivo, quando è a casa dal lavoro, in quel momento realizza che il padre vedrà il suo acquisto, per un po riesce a nasconderlo, sotto qualche paio di pantaloni e qualche maglia che lascia appoggiata sopra, ogni volta che lo sente brontolare per quegli abiti in disordine, le si ferma il cuore. Ma un sabato pomeriggio, mentre pulisce la casa, si scorda, accende il suo stereo, la musica riempie l'aria, e il padre si rende conto dell'acquisto, alza la voce, volano le parole,  la ragazza deve, senza nessuna alternativa scendere ad un compromesso, lo stereo verrà messo in sala da pranzo, c'è proprio il posto sopra il mobile bar, e tutti potranno usarlo, non era certo quello che avrebbe voluto, ma, mal comune mezzo gaudio, il mobiletto lo usa la mamma come contenitore in ripostiglio.



Così lo stereo, diventa di tutti, del fratello maggiore, che pur essendo già sposato, viene per ascoltare le canzoni che gli piacciono, si chiude in sala e guai a chi lo disturba, della mamma che ascolta Luciano Taioli, del babbo che ama i Casadei. Il meglio della musica, lo si sente suonare mentre fa le pulizie, Renato Zero, Francesco de Gregori, i Matia Bazar, Lucio Battisti, musica giovane, quello stereo super sfruttato è durato tantissimo, poi un'amica ne vendeva uno usato, e sempre con i risparmi lo ha acquistato, ora ne ha uno tutto suo, solo per se.

Continua a vedere il ragazzo che la aspetta all'uscita del lavoro, ha una paura folle di venire scoperta, sa che non vogliono le bugie, ma se dicesse la verità la risposta sarebbe sempre e comunque no.
E proprio un amico di famiglia, avvisa il papà.
Ci sono stati momenti difficili, punizioni, alzate di voce e qualche parola di troppo, non erano contenti i genitori della ragazza, non per il ragazzo in se, ma per la famiglia di origine. Ma la ragazza era determinata, innamorata, intestardita, tanto che, dopo poco tempo decisero di sposarsi, non era ancora maggiorenne, hanno dovuto firmare i genitori.
I sogni muoiono all'alba diceva un libro, così è stato, i sogni si sono infranti presto.
Insieme a quello che viene chiamata dote, però la ragazza aveva portato anche il suo stereo, e tutti i suoi dischi, (cosa alquanto sgradita dalla suocera).
Dicono che la vita sia una cartina tornasole, o una sia una ruota che gira, le previsioni del papà, erano veritiere, col senno del poi, si deve dire che avrebbe fatto meglio ad ascoltare i consigli, ma, era amore.
Gli anni sono passati e sistemando un angolo del solaio, ha trovato il suo stereo dentro ad una scatola di cartone, quanti sogni, quante cantate, quanti pianti con la musica accesa, per non far capire che aveva la tristezza nel cuore, ora, è obsoleto, ma quanta compagnia le ha fatto. 
La ragazzina innamorata sono io, con qualche anno in più,con tanti chili in più, gli anni son passati, belli e brutti, ma canto ancora, la musica è la mia prima amica, quella che non mi ha mai lasciato.
Ho trovato tutti i miei Lp, mia figlia li voleva buttare, non ci sono riuscita, ho rimesso la scatola con annessi e connessi in un angolo, ancora per un po', è come se gettassi via la mia gioventù.



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