La miascia
C'è un dolce
molto meno conosciuto del Panettone che ha allietato tante festività
Natalizie nelle case delle famiglie povere.
Fatto con
ingredienti poveri, senza zucchero, ma con pane raffermo e frutta a
volte diventava un'unico pasto..
Tutto dipendeva
dalle possibilità economiche della famiglia.
La cucina
comasca, molto povera, si è formata sfruttando le risorse della
zona, per lo più sul pesce di lago e sulla pastorizia alpina, con i
suoi derivati latte, burro e formaggio.
Conosco
personalmente, persone di una certa età, che vivevano sopratutto
nelle vallate dell'alto lago di Como che fino agli anni settanta non
avevano mai potuto permettersi il tanto pubblicizzato Panettone.
Così il loro
dolce natalizio diventava la "miascia"
é un dolce
tipicamente lombardo per cui, ne esistono diverse ricette, dalla più
povera, a quelle più ricche di ingredienti.
Il pane
raffermo veniva utilizzato insieme alla frutta secca, noci, nocciole,
fichi, uvetta sultanina, e anche a frutta fresca, nei casi più
poveri alle mele o pere, per chi aveva qualche possibilità in più
poteva mettere uva o albicocche sciroppate, spesso anche due tipi di
farina, quasi un lusso, ho trovato nel web qualche ricetta.
La ricetta originale della Miascia di Como
500 gr di pane raffermo
1/2 litro di latte
2 uova
20 gr di pinoli
50 gr di zucchero
2 pere
2 mele
degli amaretti
50 gr di uvetta
la buccia grattugiata di un di limone
1 bicchierino di liquore amaretto
50 grammi di burro
1 cucchiaio di farina bianca per predisporre la tortiera
1/2 litro di latte
2 uova
20 gr di pinoli
50 gr di zucchero
2 pere
2 mele
degli amaretti
50 gr di uvetta
la buccia grattugiata di un di limone
1 bicchierino di liquore amaretto
50 grammi di burro
1 cucchiaio di farina bianca per predisporre la tortiera
Come si prepara la torta paesana
Prima di tutto bisogna tagliare il pane raffermo a piccole fette e metterle in una zuppiera (o una ciotola qualsiasi) assieme al latte per circa 2 ore. Nel frattempo tagliate le mele e le pere a fette e trascorse le due ore aggiungetele nella zuppiera assieme alle uova, le uvette, i pinoli, lo zucchero, gli amaretti sbriciolati e il liquore.
Ora che tutti gli ingredienti sono stati aggiunti, lavorate l’impasto con un cucchiaio e versate il risultato finale in una tortiera imburrata e infarinata. Spolverate l’impasto con dello zucchero e mettete tutto in forno preriscaldato a 200°C per 15 minuti, quindi a 150°C per altri 15 minuti.
Sfornate la torta e servitela tiepida o a temperatura ambiente (come preferite).
Ora che tutti gli ingredienti sono stati aggiunti, lavorate l’impasto con un cucchiaio e versate il risultato finale in una tortiera imburrata e infarinata. Spolverate l’impasto con dello zucchero e mettete tutto in forno preriscaldato a 200°C per 15 minuti, quindi a 150°C per altri 15 minuti.
Sfornate la torta e servitela tiepida o a temperatura ambiente (come preferite).
Un'altro
prodotto che ha allietato le tavole della nostra zona, non era
solamente il pesce di lago, ma anche la polenta, qui da noi si mischiano due
tipi di farina, farina di grano saraceno, e farina di mais che veniva
mangiata con
tutto, anche in
diverse versioni, polenta uncia, (unta)
con formaggio e burro, con la carne, o solamente polenta e formaggio" Zincarlin" in tempi più recenti polenta e gorgonzola.
Due formaggi tipici, la "semuda"
e lo zincarlin interessanti per la loro preparazione e per essere davvero formaggi poveri.
con formaggio e burro, con la carne, o solamente polenta e formaggio" Zincarlin" in tempi più recenti polenta e gorgonzola.
Due formaggi tipici, la "semuda"
È ottenuto da latte crudo di vacca scremato, caglio e sale; le sue forme sono cilindriche, del diametro medio di 30 cm con un peso di circa 4 kg. La pasta è caratterizzata da un’occhiatura disomogenea, da una consistenza che va dal gommoso al morbido e da un colore variabile tra il giallo, il paglierino e il verdognolo. Il prodotto viene stagionato dai 40 giorni ai 4 mesi; il formaggio giovane ha un sapore delicato ed assume un gusto più forte se consumato dopo tempi più lunghi.
QUANDO VIENE PRODOTTA
La produzione viene effettuata principalmente nel periodo invernale, durante il ricovero della vacche nelle stalle, infatti nel periodo estivo le vacche della maggior parte degli allevatori vengono portate all’alpeggio ed il loro latte è destinato ad altra produzione, inoltre nel periodo estivo, le temperature più elevate rendono delicato il processo di maturazione e stagionatura conferendone l’eccessiva morbidezza della pasta compromettendone la consistenza e la presentazione visiva.
La produzione viene effettuata principalmente nel periodo invernale, durante il ricovero della vacche nelle stalle, infatti nel periodo estivo le vacche della maggior parte degli allevatori vengono portate all’alpeggio ed il loro latte è destinato ad altra produzione, inoltre nel periodo estivo, le temperature più elevate rendono delicato il processo di maturazione e stagionatura conferendone l’eccessiva morbidezza della pasta compromettendone la consistenza e la presentazione visiva.
e lo zincarlin interessanti per la loro preparazione e per essere davvero formaggi poveri.
IN DIALETTO COMASCO: Zincarlin
Area di produzione: Lario occidentale
Descrizione e caratteristiche: la sua produzione parte dalla ricotta (o ‘’mascarpa’’ in dialetto locale) che si aromatizza con sale e pepe. Si uniscono anche erbette finemente triturate. In base alla stagionatura, il suo colore può variare dal bianco fino al giallo e più passa il tempo più il suo sapore diviene piccante. La sua produzione oggi è in ripresa, grazie al nuovo interesse da parte dei consumatori. Anticamente veniva preparato dalla ricotta d’alpeggio nella stagione estiva; la sua conservazione in inverno avveniva in particolari mobili dette ‘’marne’’ in dialetto comasco. Per evitare le muffe, il formaggio all’esterno viene trattato quotidianamente con vino bianco e sale durante la stagionatura.
Aspetti nutrizionali: essendo una ricotta presenta un ridotto quantitativo di lipidi derivati sostanzialmente dall’eventuale aggiunta di latte di capra.
fonte Web
In tempi non
molto lontani, il giorno di festa veniva rigorosamente rispettato, con piatti
umili e semplici, che riempivano il pranzo del giorno di Natale.
Belle ricette Enrica, mi piacerebbe provare la torta paesana. Non è da escludere che un giorno di questi non possa cimentarmi.
RispondiEliminaCiao a presto. Anna B.