Sono le 10 del mattino, mentre sto facendo il mio lavoro, sento chiamare “Enrica è pronto”.
Sul tavolo della cucina, sopra ad una tovaglietta decorata c'è un piattino, la tazzina del caffè, una ciotolina con qualche biscotto e lo zucchero, la caffettiera piccola da una tazza,.... sull'altro lato del tavolo proprio di fronte, c'è un'altra tovaglietta con sopra un vasetto di yogurt e un cucchiaino.
Di solito il martedì a quest'ora la mia nonnina Licia, fa il caffè, lo beve anche lei, oggi invece ha deciso di cambiare.
Ho parecchie cose da fare oggi, ma lei mi dice che non c'è nessuno che ha stabilito che si deve far tutto in una giornata.
“Si deve trovare anche il tempo per morire. Ma visto che siamo vive gustiamoci qualcosa.”
Ha voglia di parlare la mia nonnina, è tutta la settimana che non vede nessuno, a parte i suoi figli, che sono molto presenti, ma per motivi famigliari vanno e vengono.
Nel complesso di tre condomini, di otto appartamenti ciascuno, è rimasta a casa solo lei e un 'altro signore.
Mangia lo yogurt con cura, il contenitore di plastica, non avrebbe bisogno di essere lavato prima di metterlo nella differenziata, tanto lo ha ripulito.
Mi sgrida, non ho assaggiato i suoi biscotti, le ripeto ancora che sono a dieta, mi risponde che adesso tutti sono a dieta, adesso che c'è da mangiare il dottore ci mette a dieta, con tutta la fame che ho patito, adesso che posso permettermelo, devo fare la dieta.
Mi parla ancora della sua gioventù, ci mette diversi proverbi, mentre io finisco le cose che ho da fare, lei mi segue camera per camera, e racconta, ritorniamo in cucina, si siede su una seggiola, mi offre un gelato, non lo voglio, mentre lei racconta ho pulito tutta la cucina, dovrei solo lavare il pavimento. Appoggio la mano sul tavolo, ci mette sopra la sua e mi dice: “ “Fermati un attimo, non è così sporca la mia casa, parliamo un po'.
I ragazzi delle frazioni, aspettavano questo momento, dicevano: Sta arrivando! Sta arrivando ! Il Carletto! ((l'è scia, l'è scia ul Carletto!).
Ogni volta per lei era una delusione, i suoi genitori non potevano permetterselo, eppure costava solo 20 centesimi.
La mamma Elisabetta, stanca di non poter accontentare le sue figlie e i nipoti, si inventa qualcosa con quello che avevano in casa. Il gelato di patate.
Faceva bollire le patate nel latte, ne faceva una specie di purè, aggiungeva lo zucchero, le uova, la panna del loro latte, divideva il composto in tre ciotole in una metteva il succo di una barbabietola, il composto diventava rosa,
Così anche loro avevano il gelato, nessuno li scherzava più.
Mi dice:
"quante leccate facevamo su quelle punte di pane, orgogliosi di avere il gelato in casa, poi la mamma aveva migliorato la tecnica e quando cuoceva il pane faceva delle cialde, le chiamavamo parigine".
Ascoltando nonna Licia ho pensato, che non fosse possibile che ci potesse essere un gelato di patate, ma curiosando in internet ne ho trovato la ricetta, sicuramente più perfezionata. Quante cose, ha da raccontarmi la mia nonnina, è l'unica persona fra tutte le altre da cui vado a lavorare, che mi offre da bere o un caffè.
" Non sono ricca è solita dire, non sono povera, ma sono umana, non posso e non vorrei mai essere diversa, non mi manca nulla, e fin qui sono arrivata nella mia semplicità.
" E' contenta Licia?"
"Si son contenta, più di così cosa potrei volere? Niente! ho già tutto..."
…......................................................................Perle di saggezza
i ricordi fanno parte della nostra vita anche un gelato è parte di noi
RispondiEliminaQuanti ricordi e che vita semplice, un accontentarsi di quel poco che si aveva. Brava Enrica. Ciao
RispondiEliminaAnna B.
Ciao Enrica! . . . vero e coomovente secerta gente avesse patito. . . .
RispondiEliminaSì. Un gelato di patate.
RispondiElimina... Un ricordo condiviso da chi ha avuto poco o nulla.
... L'accortezza che non tutti hanno nell'offrire un caffè, un bicchiere d'acqua, un piccolo spuntino a chi sta lavorando con impegno e coscienza.
Sensibilità che rendono nobili gli animi e ne rasserenano altri, nella solidarietà fatta di piccole e sincere attenzioni.
Mi vien voglia di prender il treno e arrivare lì, per abbracciare questa nonna Licia o, per lo meno, guardarla negli occhi e sorriderle, con tanta riconoscenza!
E poi, un animo semplice che racconta piccole cose di ogni giorno, ma non vissute da tutti. Se il mondo fosse così spontaneo e altruista, la vita di ognuno sarebbe più gioiosa e leggera.
Sì, un gelato di patate! E tanto amore che non si può annullare, ma si moltiplica e prende radici anche nei cuori di chi passa oltre e sembra non aver colto il significato di ... un gelato di patate!
Molto toccante nella sua semplicità ma sono convinto che può essere veramente capito solo da chi, nella sua esperienza di vita, ha vissuto momenti e vicende analoghe (siamo in tanti ma di una certa età). Brava Enrica! Con le tue parole di grande profondità umana, riesci a far voler bene nonna Licia anche dalle persone che non la conoscono e fai venir voglia di andarla a trovare. Grazie.
RispondiEliminaPino Pau