il filo dei ricordi-racconti

domenica 10 agosto 2014

Zia Rosa



Mia suocera aveva una sorella, si chiamava Rosa, era la zia di mio marito, ma era anche diventata la Mia Zia.

Con più, mia suocera mi denigrava e offendeva, la zia mi difendeva e gratificava, anche lei come me, aveva subito e subiva ancora le meschine insinuazioni di una persona gelosa anche dell'aria che respiravamo.



Zia Rosa non era sposata, non aveva figli, ma amava i bambini, era una bella donnina, delicata, sempre ben vestita, non appariscente, era una persona fine, mai indiscreta, non curiosa, educata in ogni sua forma, mai ho avuto modo di sentirla alzare la voce o dire una parolaccia.




E' solamente grazie a lei, se io, con due bambini piccoli ho potuto continuare a lavorare in tessitura, lavorando su tre turni, compresa la notte.
Aveva raggiunto la pensione, e ho potuto contare su di lei, non gratuitamente, ma il mio compenso economico, era davvero minimo, di fronte alla mia tranquillità recandomi al lavoro.
Io sapevo, che i miei figli erano accuditi al meglio, non solo, erano davvero amati, la vera nonna dei miei figli, non è stata ne mia suocera, ne mia mamma, ma Zia Rosa.

Quanti vestitini ha fatto a mia figlia, era come una bambolina, quanti maglioncini ai ferri.
Quando facevo il turno del pomeriggio, la mattina ero a casa, e verso le 10, mi bussava alla porta con in mano una piccola caffettiera da una tazza, mi diceva:
"Fermati, beviamo un caffè, non lavorare solamente!"
"Le rispondevo che con quella caffettiera non avremmo nemmeno bagnato il becco", così lo facevo io con la mia.
Mi sorrideva, un sorriso che mi trasmetteva tranquillità
Aveva sempre,il sorriso sulla bocca, e gli occhi dallo sguardo dolce 




Con Giovanni, ha tanto giocato,  si infilava un paio di scarpe da tennis vecchie, magari anche un po' grandi, non erano sue, ma mie, e giocava a pallone, oppure a mosca cieca, nel nostro giardino, i miei figli con lei erano felici.




L'unica cosa che mi rimproverava, era il fatto che non avessi nei miei interessi, ne la preghiera, ne la chiesa, col passare degli anni ci aveva forse, rinunciato, ma ogni tanto mi diceva:

-Sei un' atea con due T.

La domenica mattina, portava con se mia figlia alla Santa Messa, e poi andavano a trovare i nonni bis al cimitero, nel pomeriggio durante la bella stagione li portava con se nei nostri monti dietro casa, a volte raccoglievano i mirtilli, oppure qualche fungo, li conosceva, oppure le castagne.



Dal canto mio, quando la malattia devastante, si è manifestata, non l'ho lasciata sola, l'unico rammarico è che con l'alzheimer , non ci riconosceva più.
E' stata buona anche dopo la sua morte, ha infatti lasciato la sua casetta a mio figlio, e proprio ieri approfittando del bel tempo ha iniziato a svuotare il sottotetto, o soffitta, dove io per comodità avevo portato anche tanta roba nostra
Nei tanti scatoloni, abbiamo ritrovato i quaderni di scuola dei miei figli , le cartellette con i loro disegni, le tante foto che non ricordavamo di avere.
Le battute ironiche, dei miei figli nei miei confronti, si sprecano, ritengono che abbia perso tempo ad impacchettare cose che non servivano, ma dopo un attimo, si è fatto silenzio, dentro una valigia c'erano due coperte, una fatta di lana, all'uncinetto, tanti pezzetti di lana tutti colorati uniti , forse non tanto bella, l'altra fatta con la tecnica patchwork, tanti pezzetti di stoffa diversi ,uniti. Le aveva fatte la zia, per loro due, da mettere su pavimento affinchè non avvertissero il freddo delle piastrelle.
I miei figli si sono guardati, e daprima Giovanni ha detto:

" non è tanto bella, ma mi piaceva da matti mettere le dita dei piedi in mezzo a questi fori....
 Di rimbalzo sua sorella:
Ma quanto ci abbiamo giocato, su queste coperte? Chi se ne importa se non sono belle, io questa la lavo e me la tengo.
Mamma come faccio a lavare questa che è di lana, non è che faccio un disastro? Me la lavi tu?



Ridevano i miei figli ricordando aneddoti riguardando la zia.
Ti ricordi quando metteva la crema sul viso?,
Si! E quando la nonna brontolava e lei faceva finta di non sentire?
Quando andavamo a Como in bus e ci portava a mangiare il gelato sul lago?

 Poi tutti e due insieme, come se fossero stati in coro hanno detto : E la nonna Adele, continuava a brontolare, ma niente scalfiva l'ottimismo della zia.
Forte zia, mitica zia, grande zia.

Io invece dico: “ Grazie Zia”

7 commenti:

  1. bello enrica, piace anche l'ottimismo della zia. ciao
    anna b,

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  2. Anch'io dico con te: Grazie Zia. Averla sempre in famiglia una congiunta come Lei. E tu hai saputo scegliere le espressioni più giuste e affettuose per ricordarLa. Grazie Zia, di tutto.

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  3. Ciao






    Ciao Enrica meno male uno sritto che bello!!! QuantaTenerezzzza!! Grazie mille



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  4. Mi ricordo della zia, in silenzio, è vissuta e in silenzio se ne è andata persona a modo in ogni sua forma, così mite, ma anche determinata nelle sue scelte Brava Enrica

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  5. Mi ricordo della zia, in silenzio, è vissuta e in silenzio se ne è andata persona a modo in ogni sua forma, così mite, ma anche determinata nelle sue scelte Brava Enrica

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  6. Come sempre Enrica,la tua dolcezza e la tua sensibilita'trionfano.La zia Rosa è stata mitica x i tuoi figli ed è stata un aiuto e sostegno morale x te,,brava Enrica,tu nn dimentichi il bene che ti è stato donato,,,,

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  7. La vita della tua cara zia Rosa, Enrica, è stata un esempio d'Amore per tutti!

    Lo è anche adesso: per me, per chi legge queste poche righe che parlano di lei, tramite te.

    Ogni piccolo gesto di bontà è stato un prezioso esempio per chi l'ha conosciuta ... e non solo!

    Zia Rosa lascia come eredità grande serenità, consolidando, in chi l'ha accompagnata con amore, la bellezza e la ricchezza delle cose semplici e sincere.

    Tutto ciò prosegue e testimonia ancora, una volta, ciò che vale veramente nella vita ed il suo valore è eterno!

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