il filo dei ricordi-racconti

lunedì 25 agosto 2014

La Val Venosta

LA VAL VENOSTA


Un po' di anni fa, con una amica sono andata a fare una gita con un gruppo, non avevo conoscenze, ma mi sono comunque iscritta, abbiamo viaggiato come sempre in pullman e la meta era stata la Valle Venosta.
Recentemente è venuta a trovarmi, abbiamo parlato di gite e viaggi, lei ne fa veramente tanti, e con piacere abbiamo rammentato il nostro.
Le ore di viaggio passano abbastanza velocemente, abbiamo fatto due pause prima di raggiungere il piccolo borgo di Mustair in Svizzera, che confina con la Valle Venosta nel Tirolo Italiano, sono infatti pochissimi i km che li separano. L'autista ci fa scendere davanti al monastero di San giovanni, che è circondato dal verde, da subito ci da un' impressione di pace, come se il tempo si fosse fermato.


La guida ci attende, nel convento vivono poche suore, di religione cattolica, non è stato semplice mantenere la propria identità religiosa in una zona dove la maggioranza della popolazione è religione protestante.
Il convento custodisce tesori culturali e artistici unici, avendo subito almeno otto fasi di ristrutturazione, ogni epoca ha lasciato le proprie tracce, con stuccature, volte, salotti rivestiti in legno che fondendosi tra di loro offrono al visitatore un insieme armonico.


Nel 1983 è stato incluso nella lista dei Patrimoni dell'Umanità, grazie a degli affreschi di epoca carolingia.


Riprendiamo il viaggio ci aspetta un pranzo tipico in Valle Venosta.
Raggiungiamo il lago di Resia, il campanile romanico svetta in mezzo al lago, sembra accoglierti, e ricordarti che qui, prima c'era un paese,



 il campanile costruito nel 1357, è stato recentemente restaurato, d'inverno quando il lago gela, è possibile raggiungerlo a piedi,


 e la leggenda narra che in alcune giornate d'inverno, si sentono suonare le campane, che furono invece rimosse nel 1950, quando fu creato questo lago artificiale, per produrre energia elettrica.



 I contadini del paese sono stati evacuati con la forza, diversi ettari di frutteti vennero distrutti, e il paese nuovo, ora sorge sulle rive del lago.
 Nella stagione invernale,  freddo, neve e ghiaccio la fanno da padroni in    questa zona, tanto che  è diventato un centro per sport invernali.

pattinaggio sul lago 

Si è fatta sera ancora un po di strada e raggiungiamo l'hotel a Laces dove passeremo la serata.
Il giorno successivo è prevista l'escursione in montagna, il tempo è poco per cui si sale con la funivia,  il ritorno per chi vuole può esser fatto a piedi.
C'è da dire che non tutti siamo perfettamente attrezzati,  non è consigliabile azzardarsi a fare escursioni.
Per cui raggiungiamo il paese di San Martino in Monte.



Sul Monte Sole si raggiungono metri 1740 sul livello del mare, mentre le nuvole si addensano sulla nostra testa, il capogruppo ci porta lungo i sentieri più accessibili,




il panorama toglie veramente il fiato, ma siamo costretti a ripararci dentro dentro ad una locanda o ad un  maso dove pranziamo e attendiamo che smetta di piovere. Rientriamo al nostro albergo e il giorno successivo ci attende Glorenza e il monastero di Marienberg.


Il monastero di Marienberg sorge su uno sperone di roccia, è monastero benedettino più alto d'Europa,


segue da circa 900 anni la regola di San Benedetto, in tanti anni ha subito tutte le variazioni politiche e religiose che si sono susseguite, ancora oggi però, oltre a dare ospitalità a chi vuole intraprendere un percorso attraverso le regole di San benedetto, viene considerato il centro intellettuale dell'Alta Val Venosta. 
I monaci hanno aiutato generazioni di giovani, dando loro l'opportunità di studiare, per la popolazione locale hanno rappresentato un punto di riferimento, culturale, religioso ed economico.


Oltre alla preparazione scolastica, sanno impartire anche nozioni manuali, 


infatti chi decide di trascorrere un periodo di tempo in questo luogo deve seguire le regole che i monaci stessi seguono:

dal web:
"L'ozio è nemico dell'anima, perciò i monaci devono dedicarsi al lavoro in determinate ore e in altre, pure prestabilite, allo studio della parola di Dio. [...] perché i monaci sono veramente tali quando vivono del lavoro delle proprie mani". (RB 48,1.8
Vale sempre infatti il principio di San Benedetto "affinché in ogni cosa sia glorificato Dio" (RB 57,9) .

E' ora di avviarci a Glorenza, la caratteristica che colpisce subito i nostri occhi sono le mura medioevali perfettamente conservate, dal web:
La cittadina medioevale di Glorenza, nell’ alta Val Venosta, è considerata la città più piccola del Tirolo con mura cittadine ancora intatte.


Torrioni semicircolari e tre portonincini (chiamati di Malles, di Sluderno e diTubre),



passaggi fortificati e portici testimoniano l’antico carattere difensivo della cittadina che nel 1291ottenne il diritto di tenere mercato
Aveva il monopolio sul sale e si pagavano dei dazi sulle merci.
Nel 1291 il principe regnante di Tirolo, Mainardo II, conferì al comune di Glorenza i privilegi di "civitas". Glorenza diventava città.
Entrando dalla Porta di Tubre sembra di essere in un villaggio uscito da chissà quale favola dei fratelli Grimm, dove tutto è ordinato, pulito, semplice ma funzionante. 
Sulle viuzze del borgo si affacciano case patronali del Cinquecento e le case dei commercianti, le uniche in Val Venosta che presentano i portici al pian terreno che fungevano da ricovero merci.


Si alternano in modo armonioso i candidi edifici e le abitazioni affrescate, quasi tutte con le tipiche finestre sporgenti chiamate in tedesco Erker.


La piazza del Mercato con la fontana al centro invita a godere della tranquillità di questo borgo, ammirando la torre Flurin, dimora che ospitò la comunità ebraica.
La chiesa di San Pancrazio, con il tipico campanile a cipolla, racchiude preziosi arredamenti e affreschi, mentre nella Porta di Tubre è allestita una mostra riguardante la storia della città di Glorenza.
Passeggiando per le vie, osservando  come gli edifici si mescolano alla bellezza dei monti attorno, ascoltando  la quiete: è il modo migliore per visitare e avvicinarsi a Glorenza.
Dicono che sia particolarmente suggestivo visitarlo durante il periodo natalizio dove imercatini di natale offrono particolari articoli della zona, magari ci torneremo chissà.....
Un bel viaggio di ritorno ci attende e si riparte destinazione casa


3 commenti:

  1. Enrica mia dolce monella,hai il potere di lasciarmi senza parole.La bellezza di questo racconto cosi dettagliato unito alle foto stupende mi anno letterelmente ammutolita.Vero,i benedettini oltre alla cultura ,fanno scuola di vita,quel campanile che emerge dal lago mi ha afferrata x la gola vedendo anche il paese sommerso,che dire oltre ad un grazie?Sei fantastica,quella tua penna l'intingi sempre nel cuore,continua Enrica,ogni tuo racconto rinfraca l'anima,ciao piccola, grazie ancora,elisabetta,,,,

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  2. Condivido il parere di Elisabetta. Enrica, sei fantastica.

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  3. Che dirti Enrica ,sono senza parole,devo solo ripertermi ,scrivi colla penna intinta nel cuore e ti si segue nei tuoi itinerari,ce li fai vedere ,li gustiamo con te ,non resta che dirti continua a scrivere ,ogni tuo racconto e; sempre piu' bello ,grazie cara

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