DIVENTARE
NONNA
L'anno
2003, per me era un anno da dimenticare,
ho perso mio marito, una cosa alla quale non ero pronta, ammesso che ci si
possa trovare pronti, davanti alla morte, una morte
......improvvisa; pochi mesi dopo, ho perso il mio papà e, dopo pochi
mesi ancora, anche la mia mamma mi ha lasciato.
I miei genitori erano ammalati, la
malattia è una brutta cosa, ma ha un vantaggio: quello di prepararti, in
parte, al distacco....
Io ho provato il dolore, l'impotenza, la sensazione di non farcela.
Io ho provato il dolore, l'impotenza, la sensazione di non farcela.
Mia
figlia in quel periodo, mi comunicava di essere in attesa di un bimbo e,
onestamente, la mia reazione non è stata delle migliori, tutte le
aspettative che avevo riposto in lei, si infrangevano, ma il buon
senso poi prevale su tutte le difficoltà.
Malgrado la giovane età, ha voluto il suo bambino, con decisione. È nato l'otto dicembre 2003.
Malgrado la giovane età, ha voluto il suo bambino, con decisione. È nato l'otto dicembre 2003.
Quel
mattino, chiamavo lei e il suo compagno a cellulare, ma nessuno
rispondeva, alle ore otto e quindici ho ricevuto la notizia
"E’ nato! E’
maschio!!!
Mi
sono recata in ospedale subito, ho visto mia figlia, un po' provata, ma
felice, tutto era andato bene.
Quando
hanno alzato la veneziana, che copriva il vetro della nursery, e ho visto il
mio batuffolo, non ho capito più nulla, le mie preoccupazioni se pur concrete,
svanivano guardandolo.
I miei fratelli sono arrivati in ospedale, con me hanno gioito di quel che, pochi mesi prima ritenevo un "fattaccio".
Dall'ospedale sono stati dimessi quasi subito , il sabato successivo, Chicco era già in casa mia. Aveva una tutina rossa, un po’ abbondante, non la scorderò mai, è stato, ed è la mia gioia.
I miei fratelli sono arrivati in ospedale, con me hanno gioito di quel che, pochi mesi prima ritenevo un "fattaccio".
Dall'ospedale sono stati dimessi quasi subito , il sabato successivo, Chicco era già in casa mia. Aveva una tutina rossa, un po’ abbondante, non la scorderò mai, è stato, ed è la mia gioia.
Mia
figlia ha iniziato presto il lavoro , alternando i turni con l'altra nonna, lo
accudivamo.
E'
cresciuto fino ai 4 anni con me, poi mia figlia si è dovuta trasferire, abbiamo
fatto tutto insieme, ho goduto del piacere di essere nonna, l'ho cullato,
lavato, imboccato, stretto a me, ma il suo era un bisogno
fisiologico di assistenza; il vero aiuto l'ho avuto io , è stato la mia
ancora di salvezza.
Ero orgogliosa quando lo portavo in giro, lo sono
anche ora, anche se adesso è grande.
Ho
sentito la sua pelle morbida col tocco delle mie mani, il suo profumo, i suoi
pianti, le sue prime parole, ho visto i primi passi, abbiamo cantato le filastrocche,
si stringeva a me; quando lo venivano a
prendere, non voleva andarsene.
Ho sentito spesso la sua mancanza, ma ero consapevole che fosse giusto così.
Ho sentito spesso la sua mancanza, ma ero consapevole che fosse giusto così.
Sono
passati 10 anni, ho 52 anni e sono sempre la nonna Chicca innamorata del
suo Chicco.
Una
massima cita: " non tutto il male viene per nuocere, e dopo il
brutto tempo esce il sole": il mio sole si chiama Chicco.
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