il filo dei ricordi-racconti

sabato 30 novembre 2013

LE CAMPANE DI PREDAZZO E LA LORO STORIA

La storia delle campane di Predazzo

Mentre cercavo delle immagini su delle campane nel web, davanti agli occhi, sullo schermo è apparsa e  ho letto la storia delle campane di Predazzo, Riccardo ha fatto le gare di Minigolf, ci siamo recati in quella zona proprio per questo motivo.


 E' uno dei paesi più estesi e popolati della Valle dell'Avisio e anche uno dei centri principali della Val di Fiemme, l'altro è Cavalese....situato dove il torrente Travignolo confluisce nel fiume Avisio, è un centro di notevole importanza.



Il suo nome in tedesco significa grande prato, perchè in tempi antichi il fondovalle dove ora c'è il paese era un grande prato da pascolo lungo i due torrenti che scendevano dai monti circostanti.
Furono i contadini che disboscarono il terreno e bonificarono le zone rendendole più sicure dalla potenza dei fiumi, che iniziarono i primi insediamenti.
Grazie ai "principi vescovi", che stabilirono diverse assegnazioni di feudi rustici, valide anche ai giorni nostri, permettendo di tramandare le tradizioni, proteggendo il territorio dall'urbanizzazione, principi validi, incontrastabili, fatti rispettare dalla "Regola Feudale di Predazzo".




La cosa che però mi ha colpito è la storia delle campane di Predazzo...
Quello che attualmente è il palazzo comunale, era una chiesa con tanto di campanile gotico, fornito di 5 campane, ma un fulmine danneggiò la struttura muraria e fuse le campane.


Il campanile fu riparato, senza campane, intanto però i cittadini, proprio grazie ai fondi della Regola Feudale, stavano costruendo un'altra chiesa, che fu consacrata, benedetta, e nel 1875 avvenne la consacrazione solenne.
Per la costruzione delle nuove campane venne usato il bronzo delle vecchie campane fuse dal fulmine.In seguito, però queste campane hanno avuto ancora una vita difficile, nel 1916 il governo austriaco le sequestrò e le fuse per contribuire allo sforzo bellico, nel 1922 vennero riportate da un carrettiere da Ora a Predazzo, l'onorario non fu in denaro, ma, l'unico impegno richiesto dal buon uomo, era che si fosse suonato il campanone, la campana più grande, alla sua morte.

Durante la II guerra mondiale nel 1944, dopo la processione del Corpus Domini, per ordine tedesco, tutte le campane divennero mute, si poteva suonare solo l'agonia.
All'arrivo degli americani nel 1945,il primo maggio le campane ripresero a suonare allegramente, nel 1950 grazie anche al contributo di Alcide Degasperi vennero dotate di impianto elettrico.
Predazzo può vantare, la sede della Scuola Alpina della Guardia di Finanza.
Fondata nel 1920, è la più antica scuola militare del mondo, ancora oggi vengono addestrati i militari delle Fiamme Gialle specializzato nei soccorso Alpino, e dove ha la sede del gruppo sciatori Fiamme Gialle tra cui Gustav Thoni fu campione del mondo e maestro di Alberto Tomba, è possibile visitare anche il Museo della scuola Alpina 





venerdì 29 novembre 2013

salisburgo

SALISBURGO E MOZART


Che la crisi, ha lasciato un grosso segno, lo sappiamo tutti.
Per quest'anno le gite approfondite di tre o quattro giorni, non le posso proprio fare, devo accantonare il pensiero.
Mi è tornata così alla mente, una gita fatta un po di anni fa, una delle mie prime gite.
Partenza da Como, per visitare Salisburgo, che è veramente una bomboniera tanto è bella, sembra delicata, ha un rapporto particolare con la musica, infatti proprio a Salisburgo è nato Wolfang Amedeus Mozart,



 mentre sto scrivendo mi torna alla mente un particolare, in quel periodo si stavano concludendo le rappresentazioni per l'anno mozartiano, per cui era il 2006
Per le strade di Salisburgo, nelle sale da the, nei caffè concerto e nelle maggiori piazze, suonavano in contemporaneamente le opere di questo grande genio e maestro, era una delizia passeggiare per quelle vie, solo il tempo non ci ha aiutato, pioveva e anche nevicava. Ricordo che faceva freddo,tanto che la guida che ci attendeva di prima mattina, ha preferito fare un percorso con
l' autobus, prima di entrare proprio nella città.
Salisburgo è una città dell' Austria, la regione di Salisburgo confina con la Germania, questa cittàdina si è sviluppata in una conca piuttosto vasta tra due collinette, in mezzo scorre il fiume Saalach, i primi insediamenti risalgono al neolitico, ma è con l'avvento del sacro romano impero che Salisburgo gode di maggior splendore, gli insediamenti romani, si svilupparono sulla collina alla sinistra del fiume, il Monchsberg, dove poi continuò lo sviluppo anche nel medioevo
A pochi chilometri (16 ) dal centro della città si può trovare il massiccio alpino dell'Untersberg, dove i Salisburghesi si recano nei periodi estivi per gite di giornata, a piedi seguendo i tanti sentireri ma anche con una funivia.








Rientriamo in città, a piedi ci avviamo verso il centro, la chiamano la Città vecchia, le torri e le cupole barocche delle
chiese,dominano, mentre i palazzi, alcuni ci raccontano lo sfarzo che alcuni arcivescovi-principi richiedevano agli architetti ai quali commissionavano le opere, alcuni di questi architetti erano italiani




A Salisburgo l'intreccio " potere e religione" veniva rappresentatao nella massima espressione dall'arcivescovo-principe, " Primate di Germania" , che non aveva una giurisdizione politica, ma ricopriva un ruolo fondamentale tra lo Stato e la Chiesa in quanto era il primo referente del Papa, oltre ad essere il governatore permanenete del Papa in Germania, questo gli permetteva di indossare i panni di un Cardinale, pur non essendo mai stato nominato.
Salisburgo, deve il suo splendore proprio all'arcivescovo-principe di origini italiane, Wolf Dietrich von Raitenau, che cresciuto nello sfarzo papale, all'età di 28 anni si insediò nella città, le sue idee grandiose gli fecero radere al suolo una parte della città per far posto ai suoi progetti, non si fece amare dal popolo per i suoi fasti aumentò notevolmente le tasse, ed aveva un' amante, Salomè Alt con la quale ebbe 16 figli.
Donò a lei il castello di Altenau, oggi chiamato Mirabello che è la attuale residenza del sindaco.
Von Raitenau venne rinchiuso, fino alla sua morte, nella torre della fortezza che sorge sul monte che domina la città, chiamata "Hohensalzburg", questa fortezza in pietra bianca, con grandi bastioni che la cingono, tanto che veniva definita inespugnabile, è ora meta di turisti che possono raggiungerla a piedi, o con una funicolare, il panorama dovrebbe essere stupendo ma c'è nebbia e non vediamo nulla.
Importante è il duomo, la cattedrale nei tempi è stata distrutta da diversi incendi, poi ricostruita da un architetto italiano Santino Solari che ne fece il primo edificio barocco al nord delle Alpi .



Mentre nevicava, abbiamo visitato il cimitero di San Pietro, ad un passo dal centro storico, veramente particolare, qui non ci sono monumenti ogni lapide è uguale, in ferro battuto, mentre scavate dentro la montagna, ci sono le cappelle delle autorità cittadine tra cui anche il nostro architetto Solari o i genitori di Mozart, uscendo dal cimitero mantenendo la destra si può salire verso la fortezza..




Pioveva talmente tanto che gli ombrelli si incastravano per queste stradine abbiamo così deciso di visitare il palazzo dell' arcivescovo- principe.
Una parte del palazzo era sottoposto a restauro, ma abbiamo comunque visitato un numero non indifferente di sale.



Viene chiamata la " Residenz di Salisburgo" il simbolo del potere, un edificio di enormi dimensioni, residenza urbana e sede di rappresentanza degli arcivescovi principi fin dal XIV secolo, è affacciata sulla piazza principale, residenzplaz,
Mi ha colpito molto la Sala dei Carabinieri, così erano chiamate le guardie del corpo degli arcivescovi-principi, un salone grande con un soffitto veramente bellissimo.



La sala dei Cavalieri e quella delle conferenze, dove Mozart giovanissimo, fece molti concerti, e la sala delle udienze.

 Un particolare che ricordo, è che, le stufe e i camini venivano caricate dalla parte posteriore, dietro ad ogni stufa o camino c'era un corridoio stretto dove dei ragazzini magri si infilavano per caricare la legna, tutto questo per non disturbare gli arcivescovi-principi.
Nella parte alta del palazzo ricordo una galleria ricca di dipinti.
Uscendo dal palazzo ci siamo recati in una pasticceria per bere qualcosa di caldo, mentre la musica di sottofondo suonava, dopo aver acquistato i dolci tipici, le palle di Mozart, palline di marzapane al pistacchio ricoperte da crema al gianduia e ricoperte di un ulteriore strato di cioccolato fondente, ci siamo recate al punto di ritrovo.
 Il giorno seguente con la guida abbiamo visitato,
il Castello Hellbrunn, una residenza estiva considerata ancora oggi un gioiello rinascimentale a nord delle Alpi.
L'arcivescovo principe si divertiva con giochi d'acqua, e allietava anche i suoi ospiti, fontane, grotte e giochi meccanici incastonati in giardini ritenuti meravigliosi, purtroppo era il mese di dicembre e non ci è stato possibile vederli.




 abbiamo poi visitato
il Museo Viva Mozart, la Casa natale e l’abitazione.



Sono tornata a casa e negli occhi avevo ancora questa meraviglia
Vorrei tornare a vederla in primavera , allora avrei un quadro completo di questa città, riconosciuta come patrimonio mondiale dell'umanità




domenica 24 novembre 2013

il disastro idrogeologico in sardegna

IL DISASTRO IDROGEOLOGICO IN SARDEGNA

Martedì 19 novembre accendendo la televisione venivo a conoscenza dell'ennesimo disastro idrogeologico che colpisce solitamente in questo periodo dell'anno alcune regioni d'Italia, quest'anno la sorte malevola ha colpito la Sardegna..




Oggi è venerdì, mentre sto facendo le pulizie , la televisione è accesa, ci sono tante persone autorevoli, che parlano, dicono quello che si sarebbe dovuto fare e non si è fatto, la magistratura apre fascicoli, sulle disgrazie per stabilire i responsabili, si parla di consorzi che gestiscono dighe, di appalti per ristrutturare e ampliare le dighe, di lavori compiuti a metà e mai terminati di case costruite sul greto dei fiumi, di case costruite sotto il livello del mare, i sindaci attaccano i soccorsi e lamentano la mancanza di fondi, chiedono e dicono che lo stato non fa abbastanza. Giungono telefonate in trasmissione, ognuno dice la propria , ancora tante e tante parole..



Mi chiedo dove fossero i tecnici comunali, parlo di geometri, ingenieri, geologi o di semplici vigili, non vedevano che si costruiva abusivamente, non si tratta di nord o sud, a Milano hanno costruito delle case dentro i parchi cittadini e niente è stato fatto per fermarli. Si potrebbe fare un elenco infinito.




Non ho sentito da nessuno, ma proprio nessuno, di tutte queste persone importanti e autorevoli, l'umiltà di ammettere le proprie responsabilità, forse anche delle colpe, il titolo lo hanno, probabilmente, solo per avere privilegi.



Siamo in Italia, il più bel paese che ci sia, dove tutto è il contrario di tutto, sappiamo benissimo che i comuni di qualsiasi provincia, di qualsiasi regione,  pur di fare cassa concedono concessioni edilizie in maniera esagerata, invece per chi ha costruito, abusivamente, c'è sempre un condono edilizio pronto, per poi lamentare dopo ogni nuova disgrazia, di tutto e di più.


Io non sono preparata, non sono in grado di stabilire cosa si dovrebbe fare, ma ogni volta che ci sono alluvioni, terremoti o frane, sono sempre le persone a rimetterci, in primis la vita, per perdere poi tutto il resto, costruito con fior di sacrifici.
Le persone normali hanno perso tutto, smettetela di predicare, aiutate, non se ne può più.



Chiedono di inviare sms per solidarietà, cosa che ho fatto puntualmente e più di una volta,
Sono una persona semplice che ha sempre lavorato, che vorrebbe lavorare ancora, e che nessuno vuole più, come tanti cittadini onesti, ho sempre pagato le tasse, non riesco a comprendere come mai non si finanziano la ricerca, i geologi
i ricercatori, i poliziotti, e tutte le forze dell'ordine che rischiano la vita, per vedere poi,  strapagare chi corre dietro ad una palla, come i calciatori, che ora sono il simbolo del lusso.
Basterebbe, che quattro o cinque di questi calciatori, super pagati, donassero una minima quota del loro stipendio annuo, il loro stipendio da mille e una notte è pubblico, vorrei vedere, chi prende 4 o 5 milioni all'anno, donare un milione a favore di chi ha veramente bisogno...




IL volontariato sta sostituendo quello che dovrebbe essere un diritto in caso di calamità, sono indignata, delusa, arrabbiata,, e triste quando penso a chi ha perso la vita così, quel padre morto abbracciato al suo bimbo, quella madre che non ce l'ha fatta con la sua bambina. 



Stiamo diventando il paese delle commemorazioni, ma un anno ha solo 365 giorni, credo che le calamità naturali, o le stragi volute stiano superando i giorni che abbiamo a disposizione.
Il bel paese se ne sta andando, tra alluvioni, smottamenti e frane, portandosi via anche tante e tante vite.









Castell'Arquato

CASTELL' ARQUATO 

Ormai è una cosa quasi scontata, io ho una guida personale, che, per il piacere di stare in compagnia, per l'interesse che io mostro, sceglie sempre itinereari nuovi....per questo prima di ogni cosa voglio ringraziare Gianluigi e sua moglie Teresa, sempre bene disposti nei miei confronti...
Con Riccardo,  l'amicizia tra di loro, fatta di risate, scherzi e di confidenze e consigli è oramai cosa scontata, sono stata accettata nel club anche io, e mi fa molto piacere.


Partenza di buon mattino, il cielo però non promette niente di buono, del resto siamo a novembre, comunque vada saremo in conpagnia.
Non so dove hanno intenzione di portarmi, questi due giovanotti, ma so che insieme a noi ci sarà anche Rosa.
Come sempre ci ritroviamo fuori dall'autostrada, a casa di Gianluigi, beviamo un buon caffè preparato da Teresa, conversiamo anche con la figlia, poi .... si parte....
Non sapendo dove siamo diretti, non essendo molto brava a districarmi , sono un po' confusa, siamo passati da Vaprio d'Adda, da Cassano d'Adda, Gianluigi mi dice che proprio in questa cittadina c'è un palazzo ottocentesco e due ville, Villa Brambilla e Villa d'Adda-Borromeo, insieme ad un altro palazzo, che meritano di essere visti.


Mentre continuiamo il nostro viaggio, alla nostra destra i canali e il fiume Adda sono pieni, carichi di acqua, e il nostro pensiero va, ai danni arrecati dalle alluvioni, proprio pochi giorni fa in Sardegna, attraversiamo un paese che ha un nome strano Dovera, e si fanno commenti sui nomi delle città, in auto si parla di cose serie,  si ride e si cerca di prendere tutto serenamente, almeno per oggi, dimentichiamo tutti i problemi del quotidiano.
Le segnalazioni stradali, indicano che siamo in direzione di Piacenza, non chiedo, tanto non mi direbbero comunque dove siamo diretti, perlomeno, non fino a quando saremo in prossimità della destinazione stabilita...


Superiamo un paese chiamato Carpaneto Piacentino, dopo un po' Riccardo mi dice:
-"Enrica adesso stai attenta...."
proprio davanti ai miei occhi, si apre una salita dove  i muri di mattoncini di arenaria a vista, cingono una strada di ciottoli, alzando lo sguardo, purtroppo piove,  siamo in auto, riesco a intravedere delle mura di cinta.
Proprio all'inizio di questa salita troviamo una torre che sembra dire: "Vi lascio passare, ma attenzione io controllo" , non avendo idea di dove fossi, non avendo ancora acquistato una guida, ho pensato, che fosse parte del sistema di difesa di un borgo medioevale .



Gianluigi continua la salita, mentre sia io che Rosa ci guardiamo intorno, finchè tra queste viuzze piuttosto strette troviamo un posteggio.
Piove, e l'aria è fredda, passiamo vicino ad una rocca e davanti a noi si apre una piazza, cosi bella e particolare, che non abbiamo molte parole da dire, le macchine fotografiche ci aiutano a fermare quello che vediamo con i nostri occhi,


l'unico rammarico è che il tempo non è benevolo.. Siamo a Castell'Arquato.
Posizionato ad una ventina di km da Piacenza, un po di più da Parma, Castell'Arquato è un bellissimo borgo medioevale. 


Riconosciuto tra i borghi più belli d'Italia, è situato sulle colline della Val D'Arda e domina il passaggio, il centro storico si sviluppa sulla riva sinistra del torrente Arda, mantiene un'impronta medioevale, che non ha subito modifiche particolari durante i secoli, per cui offre al turista una immagine genuina di quello che rappresentava il borgo a quei tempi, lo fa permettendo alla storia, alla cultura, alle ricchezze naturali e alla gastronomia, di intrecciarsi offrendo a chi visita una vasta gamma di possibilità.
Acquisto una guida del luogo, 
scopro che siamo nella piazza principale di questo borgo medioevale
Piazza Alta o Piazza del municipio, è il centro politico, militare e religioso di questo borgo.


Qui troviamo gli edifici più importanti.
La Rocca Viscontea, la Collegiata di Santa Maria Assunta, il Palazzo del Podestà, il Palazzo del comune.
La collegiata è la chiesa dedicata a Santa Maria Assunta, rappresenta il cuore religioso, contiene opere di pittori e scultori
spesso anonimi, ma di buonissima fattura alcuni risalenti al 1400.
Dal chiostro della Collegiata si può accedere al Museo della Collegiata.




Il Palazzo del Podestà fungeva da tribunale, si svolgevano pratiche amministrative e di rappresentanza, era già nel medioevo la sede del comune, poi divenne il luogo di rappresentanza del podestà che rimaneva in carica 3 anni, ancora oggi è la sede del comune,


 proprio questa mattina si svolgeva un matrimonio, abbiamo visto la sposa scendere dalla scalinata abbracciata al proprio marito, mentre gli invitati  li attendevano con manciate di riso.


Il palazzo del Podestà è costruito interamente in cotto, ha tre piani, nella parte inferiore " la Loggia dei Notari" nella parte superiore la " Loggia delle Grida, dove venivano esposti gli editti comunali.
Mentre nella " Sala del consiglio" si devono alzare gli occhi per ammirare il bel soffitto a cassettoni, e una grande tela di Antonio Malchiodi, raffigurante "Gli ultimi giorni di Torquato Tasso".
In questa sala ai giorni nostri si riunisce il consiglio comunale mentre la Loggia dei Notari è diventato il polo espositibvo per mostre d'arte.


La rocca Viscontea, un'imponente costruzione dal carattere difensivo, edificata secondo il Registrum Magnum di piacenza nel 1342 e terminata nel 1349 sui resti un antico Castrum Romano,



con le sue torri merlate, riesce a vegliare su una buona parte della Valle dell'Arda, ma anche sulla piazza sottostante,svolgendo un duplice ruolo difendendo la rocca da pericoli esterni, mantendo il controllo anche sull'abitato.
La torre più alta era un ottimo punto di osservazione tra la Pianura Padana con Milano e le pendici degli appennini che portavano al mare, da questa torre nulla sfuggiva a chi osservava la valle dall'alto una leggenda racconta:
Il cavaliere Sergio Montale conobbe la figlia del comandante della rocca Gaspare della Vigna, e si innamorarono.
A quel tempo Castell'Arquato subiva il rigido governo del Cardinale Francesco Sforza che ricorreva alla forza per mantenere il potere.
Durante una retata Sergio, venne arrestato, condannato a morte con l'accusa di aver cospirato contro il Cardinale...
Laura la figlia del comandante riuscì a liberare il suo innamorato, ma, Giacomo Manaro, primo aiutante del comandante,per vendicarsi dell'amore che aveva per Laura non corriposto, dapprima uccise il suo comandante e poi accusò i due innamorati che vennero decapitati il 20 maggio 1620
Tante sono le cose da visitare e da approfondire ma la pioggia e il freddo ci costringono a desistere, torneremo ancora un'altra volta nel mese di maggio...
perchè tra questi vicoli e in queste stradine abbiamo il museo Luigi Illica, librettista di Puccini e Mascagni, il museo goeologico Cortesi, dove si trova uno scheletro di balenottera , Palazzo Stradivari, il Palazzo del Duca con la sua fontana. Un aperitivo al bar della rocca e poi di nuovo in viaggio verso il ristorante dove abbiamo mangiato divinamente...naturalmente già prenotato dal nostro Gianluigi, un nome ...una garanzia.
Il ristorante ci accoglie in bella vista, i salumi piacentini D.O.P. Sono il salame, la coppa, e la pancetta.


Gli antipasti sono decisamente buoni tanti e variati, antipasti freddi e caldi, poi per primo alcuni di noi, hanno scelto i " Pisare e faso "
Si tratta di una antica ricetta Emiliana che è sempre stata tramandata da mamma in figlia, costituita da gnocchetti di farina e pangrattato conditi con fagioli, lardo, cipolla e pomodoro,



il cibi proposti sono veramente tanti ma saltiamo il secondo e passiamo al dolce, anche qui c'è l'imbarazzo della scelta.





Ultra sazi ci avviamo verso casa.
Sulla strada del ritorno, ci siamo fermati a Grazzano Visconti, un'altro borgo medioevale dove anche sotto la pioggia tra i vari porticati sembra che il tempo, se pur passando, abbia lasciato le radici. Ma ne parlerò un'altra volta.




venerdì 22 novembre 2013

LA SCUOLA CHICCO E LA NONNA


LA SCUOLA, CHICCO E LA NONNA

Tutti i giovedì pomeriggio alle ore 16 sono fuori della scuola, prendo il mio nipotino, Chicco e lo porto a basket, lo zaino della scuola, sul sedile di fianco al mio , sul sedile posteriore, lo zaino del basket, vicino a Chicco..
Nonna dice: " l'acqua da bere l'hai messa? Hai messo tutto dentro?"
_ Io? Non gioco a basket... non so cosa c'è dentro....
Non lo hai preparato tu.....
_ Nonna...cavolo, potevi guardare!!!
poi apre lo zaino, e trovando tutto dice: "wau che colpo, nonna!!

"Lo ha preparato la tua mamma ringraziala stasera".
_"Nonna sono le 16 e 15 non puoi andare un po' più veloce arriviamo in ritardo, se vai come una lumaca!"
Il nostro battibeccare continua, finchè non arriviamo alla palestra, corre, lo chiamo, ma è già avanti, quando raggiungo la palestra, è già entrato nello spogliatoio, esce poco dopo con un altro ragazzino


mi guarda e sorride, è diventato un monello, mi mancano i momenti in cui si faceva coccolare, le nostre chiacchierate e i suoi abbracci..



Giocano tra di loro, lo chiamano riscaldamento, poi l'allenatore inizia a fischiare, parla con tutti i ragazzini e le ragazzine, non capisco cosa dice, le parole rimbombano nella palestra.


Si sentono le pallonate, il mio Chicco è il più magro e il più piccolo di tutti, ma si impegna, riesce anche a fare canestro,
mi sembra ieri, che piccolo piccolo era quasi sempre da me, ora invece, lo vedo molto poco...
Lo chiamavo topo, ma ora si infastidisce quando lo chiamo così: -"Nonna, son grande adesso!!"


Avrebbe dovuto andare a prenderlo il papà, ma ha avuto un problema di lavoro, per cui sono andata ancora io, esce con passo lento svogliato, gli chiedo cosa sia successo, mi risponde che è stanco, deve ancora studiare storia.


Tornato a casa, in attesa che i suoi genitori ritornino, lo faccio studiare, ma è molto svogliato, mi arrabbio, alzo la voce, sbuffa ma non risponde, inizia di nuovo a leggere ad alta voce....
Dopo un po' di volte, e qualche mio atto di nervosismo, ha saputo spiegare con parole sue il capitolo e ha risposto correttamente a tutte le domande.
Soddisfatta, ho avuto la brutta idea di dire:-OH! Finalmente!!!!
Sono scesi due lacrimoni da quegli occhioni, mi ha guardato ed è corso in camera sua...


.
Ho aspettato un poco di tempo, poi sono salita a cercarlo, era sul letto, gli'ho accarezzato la testa, e ho detto: - voglio solo vederti fare bella figura, e l'ho lasciato solo.
Poco dopo è sceso, con un biglietto dove aveva scritto " PER COLPA TUA MI FA MALE IL CUORE".
Per un po' nessuno dei due ha parlato, poi ha iniziato a farmi battutine, gli ho chiesto se mi aiutava a fare alcune cose, e dopo ver sistemato quello che dovevamo, senza motivo mi ha chiesto: Nonna.....
Se tu vincessi un trimiliardo di milioni di euro (Che non so cosa voglia dire) cosa faresti ?
-Ho risposto: _ sono tanti soldi......ci devo pensare......
ANDREI A SCUOLA!!!!
-Noooo!!!! Nonna certo che sei strana forte.
-Sono strana?
  • Direi, un pacco?
  • Un pacco di cosa?
  • Mi guarda dall'alto al basso, e poi con quel sorriso sornione mi dice, non lo so ....
Mi sento in colpa per aver perso la calma, quelle due lacrimone mi hanno colpito più di uno schiaffo.
Il mio ruolo è diventato quello di un tassista che va come una lumaca, che rompe le scatole, fa venire il mal di cuore, e che è un pacco di stranezza.
Mi è tornato alla mente un detto: la scuola è per tutti, lo studio è per pochi....

Tornata a casa mia, il pensiero, torna alla mia insistenza affinchè studiasse storia, il dubbio è.... dovevo farlo io? Oppure potevo lasciar perdere.
Oggi c'ero io, ho fatto quel che ritenevo giusto, se non avessi perso la pazienza, non avrebbe mai finito di studiare...certo è che
mi piaceva di più fare la nonna, qualche anno fa, quando mi correva incontro, quando si aggrappava alle mie maglie, e non voleva andare via, quando giocavamo insieme, e non dovevamo studiare .