GIUSEPPE PELLIZZA DA VOLPEDO
Il Quarto stato, in
realtà è l'ultimo quadro, forse il più conosciuto, di una serie
che rappresentava, la rivolta del popolo, lo sciopero dei lavoratori per la rivendicazione, il riconoscimento e l'appartenenza ad una nuova
classe sociale, il proletariato.
Questo
dipinto diviene l'emblema, il simbolo delle rivendicazioni dei propri
diritti, che nella società industriale di quel periodo, venivano
negati ai lavoratori, ( sembra stiamo tornando a quei tempi).
Dimostra
anche l'impegno del pittore, che attraverso la pittura voleva educare
e raccontare l'impegno e la cultura dei lavoratori attraverso le
proprie opere.. .Divenne così il simbolo del " socialismo".
Il
quadro conclude una serie di dipinti, il primo quadro si chiamava:
"Gli
ambasciatori della fame,
seguito
dall' un'altra tela intitolata " La Fiumana"
per
finire con il "Cammino dei Lavoratori", poi chiamato
"Quarto Stato"
Il
pittore nativo di Volpedo, si chiamava Giuseppe Pellizza, nato il 28
luglio 1868, figlio di agricoltori, frequentò in un primo momento
una scuola tecnica, dove apprese le prime tecniche del disegno, in
seguito a delle conoscenze, entra in contatto con i fratelli Grubicy,
uno dei due, pittore scultore e critico d'arte, che lo aiutano ad
entrare all' Accademia di Brera diventando allievo di Francesco Hayez
e di Giuseppe Bertini, contemporaneamente prendeva lezioni private da
Giuseppe Puricelli e successivamente da Pio Sanquirico, espose per la
prima volta nel 1885 a Brera.
Gli
studi Milanesi non gli bastavano più, si trasferì a Roma, tornò
deluso dalla capitale, senza aver terminato gli studi, si trasferì a
Firenze dove entrò all'Accademia di Belle Arti e come maestro ebbe
Giovanni Fattori, non pienamene soddisfatto, decise di tornare a
Volpedo per dedicarsi alla pittura dal vero, approfondendo gli studi
sulla natura. Eternamente insoddisfatto si iscrisse all'Accademia
Carrara di Bergamo dove continuò gli studi attraverso lezioni
private.
Approdò
a Parigi, in occasione dell'Esposizione Universale, continuò gli
studi a Genova per poi tornare al paese e sposare una contadina
Teresa Bidone, in questo periodo aggiunse Da Volpedo al proprio nome
Avvicinatosi al divisionismo, si confrontò con Giovanni Segantini,
Angelo Morbellie Gaetano Previati.
Riuscì
a farsi conoscere al grande pubblico esponendo i suoi quadri alla
Trennale di Milano, e continuò ad esporre in tante città Italiane,
continuando gli studi a Firenze, frequentando l'Istituto di Studi
Superiori, girò da Roma a Napoli, finche nel 1900 espose a Parigi
"Lo Specchio della Vita"
"Il
Quarto Stato", un'opera a cui aveva dedicato circa un decennio
di studi e di fatica venne esposto nel 1902 alla Quadriennale di
Torino ma non ottenne il riconoscimento sperato, Molti dei suoi
amici, mantennero le distanze, dagli ideali che Pelizza voleva
documentare, scatenando polemiche.
Ancora
una volta, la delusione accompagna il pittore.,
Alla
morte di Segantini che considera un maestro, si reca in Engadina.
Riesce a vendere alcune delle sue opere, una anche allo Stato
Italiano, "Il Sole"
Proprio
quando comincia ad ottenere dei riconoscimenti, vengono a mancare il
figlio terzogenito e la moglie, Pelizza da Volpedo, sempre più
depresso decide di togliersi la vita.
Il
Quarto Stato, è conosciuto come simbolo di libertà e di
uguaglianza, e di protesta, due uomini e una donna con un bambino in
braccio che protestano in una piazza, la donna diventa integrante
della lotta alla rivendicazione dei diritti e della solidarietà.
Sulla tela un uomo anziano, un lavoratore, e una donna con un bimbo in braccio,ognuno con il proprio spazio, rappresentano le fasi della vita.
Questo quadro dopo vari spostamenti ora si trova al Museo del
Novecento di Milano,
l'altro
quadro " la Fiumana alla Pinacoteca di Brera a Milano.
Come
sempre accade, per Giuseppe Pelizza da Volpedo i riconoscimenti per
le sue opere e per l'impegno sociale, giunsero dopo la sua morte.
Dopo
il restauro avvenuto intorno al 1954, il quadro venne esposto in
tantissime città del mondo.
conoscevo Volpedo per le sue famose pesche vellutatee molto saparite, non sapevo che l'autore di quel quadro famoso fosse di Volpedo.
RispondiEliminabrava Enrica e grazie
grazie a te Alba
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