il filo dei ricordi-racconti

sabato 12 ottobre 2013

IL BICENTENARIO DI GIUSEPPE VERDI

GIUSEPPE VERDI E IL SUO  BICENTENARIO 


Sono gli ultimi giorni di agosto,
la televisione è accesa su un programma della Svizzera Italiana, la signora è uscita, si è scordata di spegnere l'apparecchio, stanno trasmettendo la storia di Giuseppe Verdi.
Mentre stiro, la televisione mi fa compagnia, e seguo questo telefilm pomeridiano.
Il Signor Carlo Verdi, figlio di contadini nella frazione di Roncole, nella bassa parmense, aprì un'osteria e un piccolo spaccio alimentare, proprio dirimpetto la chiesa, si sposò con Luigia Uttini, bachicultrice e filatrice di seta,
alternavano il lavoro dei campi, con la conduzione dell'osteria e dopo sei anni di matrimonio nacque il figlio Giuseppe, Francesco, Fortunino, questi furono i nomi dati al piccolo, che nacque precisamente il 10 ottobre 1813, e registrato a Busseto, tre giorni dopo, gli atti di nascita furono scritti in francese perchè l'Impero di Napoleone comprendeva anche quel territorio.

Crescendo dentro l'osteria, conobbe parecchi reduci di guerra, tra cui un suonatore di flauto, si dice che iniziò così ad amare la musica.
Il padre, vedendo la passione e l'impegno del figlio, gli comperò con il compenso del raccolto dei bachi da seta, una spinetta usata, fu così che cominciò a suonare.


Pietro Baistrocchi, organista della chiesa di Roncole, lo prese a benvolere, lo indirizzò allo studio della musica e dell'organo, continuò gli studi con l'aiuto di un commerciante di nome Antonio Barezzi, amante della musica e direttore della locale fisarmonica, che divenne suo mentore prima , e suocero poi.
La primissima preparazione, avvenne seguendo gli studi quasi da privatista, attraverso la biblioteca dei Gesuiti a Busseto, ancora oggi esistente.
Poi privatamente prendeva lezioni dal maestro dei filarmonici locali, che gli insegnò i principi della composizione musicale e della pratica strumentale.
In realtà gli studi sono stati poco regolari, continuò solamente grazie ad Antonio Barezzi, che lo accolse in casa sua e gli pagò gli studi.
Giuseppe Verdi all'età di 18 anni, si reca a Milano ma non supera l'esame di ammissione al conservatorio, la motivazione fu la scorretta posizione di una mano, e il limite di età era 14anni, che lui aveva già superato.
Viene accettato come allievo, privatamente da V. Lavinia, maestro concertatore della scala, integrando gli studi musicali con l'impegno personale della lettura dei classici, la cultura di Giuseppe si amplia.
Già a quindici anni una sua sinfonia d'apertura venne inserita al posto di quella di Rossini nel Barbiere di Siviglia al teatro di Busseto , era il 1828, negli anni successivi scrisse tantissimi testi sacri, per chiese di minore importanza.
Continuò a studiare fino al 1835 e nel 1836 sposò Margherita Barezzi figlia ventiduenne del Signor Barezzi, suo mentore, ritorna nel suo paese ma non si sente realizzato, con la moglie decidono, dopo due anni di lasciare Busseto, si trasferiscono a Milano, in una casa semplice nei pressi di Porta Ticinese.
Nasce la figlia Virginia Maria,nel marzo del 1837, e muore nell'agosto del 1838, il secondogenito nato a luglio del 1838 muore ad ottobre del 1839, la moglie Margherita nell'anno successivo, il 1840, segue i propri figli nella morte e Giuseppe Verdi rimane solo.




Avendo già avuto un discreto successo, con " l'Oberto, conte di san Bonifacio", gli viene commissionata da Bartolomeo Merelli l'opera:" Un Giorno di Regno" un' opera comica, che divenne un'insuccesso, dovuto senza dubbio allo stato d'animo di Giuseppe che aveva perduto in quel periodo tutta la sua famiglia.
Voleva abbandonare l'opera, proprio Merelli invece, gli diede il libretto del Nabucco, casualmente una sera il libretto cadde, proprio davanti alle parole del "Va Pensiero", lesse il testo una volta, cercò di dormire, ma non ci riuscì, e lo rilesse più volte, lo musicò e poi rilesse tutto il libretto, e decise di musicarlo tutto.
Il "Nabucco",scritto da Temistocle Solera, malgrado ci siano passaggi,nel testo a volte ingenui, è teatralmente un'opera perfetta, che con la musica incisiva e rapida di Verdi, divenne un inno contro governo austriaco, fu rappresentato solo nel primo anno per ben 64 volte, ha un successo strepitoso, tanto che viene suonato anche per strada.



Grazie alla conoscenza con la contessa Maffei, che gli apre i salotti buoni di Milano, incontra la pianista Giuseppina Stepponi che diventerà la sua seconda moglie. Dal 1842 al 1848 le richieste della sua musica sono tantissime, il tempo pochissimo, lavora senza mai fermarsi, tanto che chiamerà quel periodo gli " anni di galera" .
Le sue opere, dapprima il " Nabucco" e poi i " Lombardi della prima crociata" seppur duramente censurati dal governo austriaco sono dei grandi successi, e poi "Ernani", "I due Foscari", "Il Matcbeth"," I Masnadieri", "Luisa Miller" fino ad arrivare alla "Giovanna d'Arco.
Nel 1850 scrive "Stifferio" che venne ampiamente censurato dal governo austriaco e ancor oggi viene poco rappresentato. Dal 1850 al 1862 scrisse ben sette altre opere tra le quali "La Trilogia Popolare" formata dal "Rigoletto", che fu da subito un successo".



Il Trovatore" fu un successo trionfale in quel di Roma, e poi la Traviata che nella prima rappresentazione fu un fiasco, per diventare poi nell'anno successivo a Venezia un successo.



Decide di trasferirsi a Parigi, lascia il "Teatro alla Scala di Milano, dove adeguandosi alla teatralità francese, riesce a trasformare i Lombardi in "Jerusalem".
Il successo fu travolgente diventava così il maggior operettista dell'ottocento, tra i più rappresentati, malgrado qualche opera giudicata incerta o negativa riesce comunque ad arrivare anche a San Pietroburgo nel 1862, con "La Forza del Destino" dove ha un vero e proprio trionfo
Nello stesso periodo Giuseppe Verdi, proprio per il suo impegno politico attraverso la musica venne convocato da Cavour ed accettò la candidatura a deputato del Parlamento, compose in quel periodo "l'Inno delle Nazioni".
Avendo raggiunto la fama e la popolarità cercò anche la pace personale tornando alla sua terra, acquistò " villa di S'Agata" e per circa tre anni controllò personalmente che i lavori venissero apportati con regolare precisione.
Sposò la compagna di dieci anni di vita Giuseppina Stepponi,pianista ,  e si trasferì a Villanova sull'Arda una frazione di Piacenza dove divenne anche consigliere comunale



Trascorreva tutto il tempo libero che aveva a disposizione, nella sua villa e nella sua terra, ebbe riconoscimenti anche a San Marino dove fu insignito del titolo di Patrizio Sanmarinese.
L'evoluzione musicale di G.Verdi si evolve già con il "Ballo in in Maschera nel 1859, raggiunge poi una migliore esposizione con il "Don Carlos" riconosciuta come la migliore opera del compositore, fino a giungere ad una maggiore completezza con l'Aida che permise a Verdi di ritornare a rappresentare al Cairo.

Molte delle sue opere, essendo G. Verdi persona impegnata a livello politico ,non ottennero il successo alla prima rappresentazione, anche dopo diversi anni come nel caso del "Signor Boccanegra, che ottenne i dovuti riconoscimenti cinque anni dopo.
Dopo l'Aida Verdi si ritirò a vita privata dedicandosi alla sua terra, fece un'eccezione alla morte di Alessandro Manzoni per il quale scrisse la "Messa di Requiem".
La moglie Giuseppina lo lasciò solo nella vecchiaia, Giuseppe Verdi che comunque collaborò con Boito e con la Scala di Milano.



Volle che in Milano fosse fondata " La Casa di Riposo per i Musicisti, morì nel 1901 al Grand Hotel et de Milan, lasciò nel testamento molti lasciti alla casa di riposo  e chiese di esservi seppellito, nominò sua erede universale la figlia di una cugina, che aveva accolto in casa quando aveva sette anni, ribattezzata Maria, e cresciuta come una figlia.
Maria, che non ha mai abbandonato il maestro, insieme alla ultima compagna, la cantante Teresa Stolz.
Giuseppe Verdi lasciò disposizioni per un funerale semplice, senza musica, ma furono tantissime le persone che vi parteciparono in silenzio.
 Venne fatta una cartolina per ricordare l'evento, G. Pascoli, e  G. D'Annunzio scrissero in onore alla sua memoria, mentre a Milano le strade venivano coperte di paglia per non disturbare il riposo del maestro.



All'Arena di Verona ho visto il Nabucco, mi ha tanto emozionato, mi sono messa a piangere, senza una vera motivazione, davanti allo stupore di chi mi accompagnava, Verdi è.... Verdi, un Italiano che ci ha rappresentati in tutto il mondo ....









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